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Afghanistan, l'eterna Guantanamo

Appaiono abbastanza ipocrite le diverse reazioni di sconcerto per le immagini che ritraggono alcuni marine statunitensi mentre urinano sui cadaveri di tre talebani. Il video indubbiamente turba gli animi di chi crede nel giusto rispetto dei morti e si spera che davvero le autorità militari nordamericane possano sanzionare i responsabili. Ciò nonostante, verrebbe da chiedersi se la sorpresa dei vertici statunitensi e della stampa sia per la brutalità del gesto o per il fatto che sia stato filmato e reso pubblico. Chi crede davvero che atti come questi non siano all’ordine del giorno? Chi è disposto ad assicurare che le operazioni militari dell’ISAF avvengono nel rispetto totale dei diritti umani e con l’appoggio della popolazione civile afghana? Dalla risposta a queste domande emerge uno dei fallimenti della politica estera di Obama.

Hillary Clinton, nel condannare il comportamento dei marine ha assicurato che si tratta di casi isolati e che la missione della Nato avviene nel rispetto dei diritti umani. Verrebbe da chiedere come interpreta il Segretario di Stato degli Usa gli oltre 60 mila civili afghani uccisi nel corso di questi dieci anni di guerra e di occupazione militare. Continue sono le notizie di bombardamenti su case e villaggi ed è di soli pochi giorni fa la notizia degli abusi commessi dai soldati americani denunciati dai prigionieri del carcere di  Bagram. Alla luce di questi fatti lo sfregio dei corpi dei combattenti talebani non aggiunge molto ad una situazione di costante violazione dei diritti umani.

Due giorni fa si è celebrato il decimo anniversario della prigione di Guantanamo, nella base militare statunitense sull’isola di Cuba. Da 10 anni centinaia di uomini sono resi prigionieri senza alcuna accusa formale nei loro confronti. Eppure Barack Obama aveva fatto della chiusura di questo centro aperto in nome della lotta al terrorismo uno dei punti fondamentali della sua politica estera.  Dopo un decennio è possibile constatare che non solo non è stato fatto alcun passo in questa direzione ma che il comportamento dell’amministrazione statunitense sul rispetto dei diritti umani è andato peggiorando. Le disposizioni della Legge di Autorizzazione della Difesa Nazionale, approvata dal Congresso e firmata dal Presidente Obama il 31 dicembre scorso, codificano la pratica della detenzione indefinita senza giudizio nella legislazione statunitense.

Il comportamento delle truppe dell’ISAF in Afghanistan spinge a domandarsi cosa aspetti la Corte Penale Internazionale ad avviare un’inchiesta. La Corte – che l’anno scorso ha mostrato grande attivismo sul fronte libico – sembra totalmente indifferente di fronte attività commesse dalle forze di occupazione occidentali. L’inattivismo di questo e di altri organismi internazionali non fa altro che aumentare la sfiducia di coloro che denunciano il doppiopesismo di queste istituzioni nella tutela dei diritti umani.

Ultima modifica ilLunedì, 21 Ottobre 2013 13:55
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