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Sulla mia pelle: la storia di Stefano Cucchi riguarda tutti noi

Definire necessario “Sulla mia pelle”, il film sulla vicenda personale e drammatica di Stefano Cucchi, non è un esercizio di retorica. Ci sono delle ragioni, almeno tre, che rendono la pellicola fondamentale, perché contribuisce a un dibattito che va ben oltre i diritti del detenuto. Il film parla della vita di Stefano Cucchi, ma parla anche delle nostre vite e alle nostre vite. Riaccende i riflettori sulla vicenda personale del geometra romano deceduto nell’ottobre 2009 e la rende collettiva.

"Detenuta" a 18 mesi nel carcere di Sollicciano

Nella sezione femminile del carcere fiorentino di Sollicciano è "detenuta" insieme alla madre una bimba di appena 18 mesi; lo hanno denunciato - subito dopo la visita natalizia di Marco Pannella, accompagnato dal cappellano Don Vincenzo Russo - i Radicali italiani, spiegando la situazione: "Firenze attende da troppi anni l'attivazione di un istituto a custodia attenuata (Icam) per madri detenute; è stata individuata la struttura, i fondi sono stati accantonati, ma tutto resta bloccato, apparentemente per motivi di natura burocratica".

L'esclusione alla base del radicalismo parigino

Quando le esplosioni sono risuonate nelle periferie parigine io non c’ero. Rannicchiata nella piccola città di Casalecchio vicino a Bologna, accanto a colui che amo, contemplavo gli avvenimenti scioccanti, sfortunatamente senza essere sorpresa. La radicalizzazione non è tanto religiosa quanto vorrebbe apparire: essa proviene soprattutto dal ripiegamento su se stessi, e dalla fragilità, due elementi che in Francia sono stati arginati e repressi per decenni.

Carceri, le occasioni mancate degli Stati generali dell’esecuzione penale

Se l’Italia non fosse stata condannata dall’Europa, con la nota sentenza Torreggiani, probabilmente non avremmo mai sentito il termine svuotacarceri. La sentenza pilota (1) della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti ai danni di alcuni detenuti nelle carceri del nostro Paese, ha messo in evidenza come il problema del sovraffollamento carcerario è strutturale e dovrebbe essere risolto con soluzioni altrettanto strutturali.

Un morto ogni due giorni “nelle mani dello Stato”

Dal 12 ottobre sono 16 i decessi nelle carceri italiane documentati dal portale 'Ristretti Orizzonti'. Per la gran parte suicidi, l'ultimo nel penitenziario fiorentino di Sollicciano: un 34enne tossicodipendente, Tomas Filia, rimasto solo in cella, si è impiccato con delle lenzuola. La triste serie, che ha riportato le statistiche delle morti in carcere ai livelli dello scorso anno, era iniziata con il suicidio a Como di Cuevas Galvez, detenuto da pochi giorni per piccoli reati. “Il suicidio di un altro detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono”, aveva denunciato Donato Capece del Sappe.

Poggioreale: detenuto affetto da cancro, “curato con la tachipirina”

Hanno inscenato un sit-in insieme a Luigi Mazzotta e Rosa Criscuolo, dell'associazione radicale “Per la grande Napoli” e ad altri esponenti radicali ed ex detenuti, i familiari di Luigi Moscato, un detenuto di 55 anni affetto da cancro ai polmoni con metastasi sparse, che si trova nel penitenziario napoletano di Poggioreale. La moglie, Lucia Buccino, lancia una pesante accusa: “Lo ‘curano’ solo con la tachipirina”. Dure anche le accuse di Francesco Moscato, fratello del detenuto, che non risparmia critiche all'ospedale Cardarelli e al primario del reparto di Pneumologia: “Come si è permessa questa persona, davanti al caso di un malato così grave, di rispedirlo qua?".

Ancora un suicidio nelle carceri toscane

 

 

 

Il bollettino di guerra delle carceri italiane conta una nuova vittima.

M.A., quarantaseienne di origini ceche, si è tolto la vita ieri nel carcere Don Bosco di Pisa, impiccandosi nel bagno della propria cella.

L'uomo era detenuto in regime aperto presso la Casa Circondariale di Pisa dall'ottobre del 2013 con una pena da scontare di quattro anni e sei mesi per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti in concorso (aggiungendosi a quel terzo della popolazione carceraria già in cella per reati di droga). 

Lo sterminio della prigionia italiana prosegue, contando solo nell'anno corrente 83 morti, di cui 28 per suicidio (3 solo nelle carceri toscane).

Invito alla lettura di due articoli di analisi precedentemente pubblicati tra le pagine de Il Corsaro per avere un quadro più completo dell'attuale situazione di sovraffollamento e condizioni delle carceri italiane.

Suicidi, tentati suicidi e morti sospette, l'emergenza carceri non conosce tregua.

Infografica: tutti i numeri della drammatica situazione delle carceri italiane

 

 

 

Caso Saladino, la madre: "Voglio la verità, si riapra il caso"

Giuseppe Saladino era un giovane di 32 anni, morto nel carcere di Via Burla, a Parma, nell'ottobre 2009, a causa - secondo quanto emerso da un contestato esame tossicologico - di un'overdose di eroina; all'epoca dei fatti, il suo caso venne paragonato a quello ben più noto alla cronaca nazionale di Stefano Cucchi e da più parti si chiese che venisse fatta piena luce su quella morte. Oggi, a distanza di quasi cinque anni, la madre Rosa torna a far sentire la propria voce e chiede di riaprire il caso.

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