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8 dicembre: Crotone manifesta per l’Umanità

A Crotone si prepara la mobilitazione contro le politiche del governo in materia di immigrazione. Da Crotone è partita anche una petizione per fermare il decreto sicurezza e per chiedere le dimissioni delle parlamentari del movimento 5 Stelle elette a Crotone che hanno votato a favore.

Ecco il testo dell'appello alla mobilitazione:

Questo vuole essere un appello chiaro, semplice e senza “fraintendimenti” ed è quanto vogliamo manifestare al Paese intero.

La Calabria senza voce e l'Italia che non vuole sentire

 

I recenti “fatti di Mèlito” sono stati l’ennesima occasione sprecata per una riflessione profonda e radicale su violenza di genere e potere mafioso al Sud, e non solo.

 

Lo stupro di gruppo di Mèlito di Porto Salvo è una storia di violenza di genere e di 'ndrangheta: i commentatori di ogni dove si sono distinti in larghissima parte (tra le pochissime eccezioni l’ottimo contributo della deputata Celeste Costantino) tra chi ha dato maggiore rilevanza all’una o all’altra dimensione dell’evento. Quasi tutti invece hanno condiviso la condanna per una Calabria perduta, senza speranze, incapace di riscattarsi agli occhi di quell’Italia benpensante che è invece bravissima a trovare capri espiatori nell’altro da sé, così da potersi autoassolvere da qualsiasi responsabilità. Nelle ore successive ci hanno tristemente pensato i fatti, non meno tragici, di Napoli (il suicidio di Tiziana Cantone) e di Rimini (lo stupro della diciassettenne in una discoteca) a smentire il tentativo di affidare alla Calabria una responsabilità in più nella brutalità della violenza di genere (così come ci pensano ogni anno le più di 150 vittime di femminicidi che portano la targa dell’intera nazione). Ma per comprendere appieno la vicenda di Mèlito bisogna necessariamente inserirla all’interno del contesto mafioso in cui è maturata. Il nostro tentativo parte dunque da qui, dalla necessità di riportare la complessità di quel che è successo e delle reazioni che sono seguite.

 

Verità e giustizia per la morte di Franco Nisticò: si chiude il processo

Franco Nisticò è stato un punto di riferimento per tante e tanti compagni e attivisti calabresi, già sindaco di Badolato, sempre presente nelle lotte del territorio calabrese è morto il 19 dicembre 2009 a seguito di un infarto che lo ha colpito proprio al termine di un comizio dal palco di una grande manifestazione no Ponte. 

La vicenda giudiziaria che è seguita ha avuto in questi giorni nuove evoluzioni. Di seguito riportiamo l'articolo di pubblicato da un giornale locale.

Nuova legge elettorale regionale in Calabria: la democrazia è un pranzo di mala

Il 3 giugno scorso il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato una nuova legge elettorale, su proposta della maggioranza di centrodestra per mano del consigliere (dal nome assai consono) Gianpaolo Chiappetta. La legge arriva in seguito alla condanna a sei anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici e le conseguenti dimissioni da governatore di Giuseppe Scopelliti, eletto nel 2010, colpevole di aver firmato bilanci falsi del Comune di Reggio Calabria quando era sindaco della città.

Carta vetrata: l'antimafia che va di moda, l'antimafia in movimento

«I piedi scottano. Anzi. La sabbia scotta. I piedi bruciano. Li strofino sulla sabbia umida. L'acqua li bagna appena. Mi fanno sempre più male. Strizzo di nuovo gli occhi. Il sole mi acceca. Strofino ancora i piedi. Più li strofino, più mi bruciano. Guardo in basso. Al posto della sabbia c'è un tappeto di carta. Pagine di giornali distese per tutta la lunghezza della riva. Mi volto. Non c'è più la sabbia. Non c'è più il lido. Niente lettini. Nessun ombrellone. Al posto della musica di sottofondo il ticchettare sulle tastiere dei computer, lo squillo continuo di telefoni. Quelli della redazione. Il vociare tipico delle ore più concitate. […] Sono in mezzo al niente. C'è del sangue, intorno a me. Strisciate di sangue. Non mi sento più i piedi, da quanto mi fanno male. Mi accascio. Guardo meglio. Sono le piante dei miei piedi a sanguinare. Non erano giornali, quelli sui quali correvo. Era carta vetrata. Un deserto di carta vetrata.»

#16nov Per chi suona Reggio Calabria

Migliaia di cittadini hanno sfilato il 16 novembre per le vie della città di Reggio Calabria rispondendo all’appello “Suona Reggio, Suona!”, nato tramite il tam tam sui social media su iniziativa di Saro Poppy Lanucara, presidente del circolo Arci Fanfulla di Roma e raccolto dall’Associazione Mu.Stru.Mu., all’indomani dell’incendio doloso che ha colpito il Museo dello Strumento Musicale.

Doveva succedere ed è successo. E’ stato un successo, di quelli che la città non vedeva da anni o non ha mai voluto vedere perché a crederci erano in pochi.

Incendiato il Museo dello Strumento Musicale: Suona Reggio, Suona!"

Il Museo dello Strumento Musicale (MuStruMu) è stato dato alle fiamme per mano dolosa la notte dello scorso 4 novembre e l'incendio ha distrutto completamente gran parte degli 800 strumenti musicali (cordofoni, aerofoni, idiofoni, membranofoni e meccanico-elettrici), la liuteria e i libri antichi della biblioteca. 

Dopo poche ore dal diffondersi della notizia della distruzione del Museo, sul web è partito il tam tam dell'evento “Suona Reggio, Suona!”, con un appello-invito che ha già raccolto oltre mille adesioni. 

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