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Dopo il voto: gli spiccioli a noi, le briciole ai partiti, le macerie per tutti

Dopo il voto: gli spiccioli a noi, le briciole ai partiti, le macerie per tutti

ignazio marino non è politica è romaLe amministrative 2013, complici il calo dell'affluenza (enorme se raffrontato con l'analoga tornata amministrativa del 2008, notevole se raffrontato alle ultime votazioni politiche) e il radicamento del Partito Democratico sul territorio, consegnano un dato che consente al PD di evitare la debacle aggrappandosi in particolare al "Grillo dimezzato". Ma quello di Grillo non è un voto dimezzato. Certo, nonostante le larghissime intese e la situazione sociale del paese, il Movimento 5 Stelle non cresce nei consensi, ma nonostante gli errori commessi conserva percentuali molto alte e nonostante l'inconsistenza di molti tra i suoi candidati elegge consiglieri comunali in tutt'Italia, gettando le basi per un suo possibile radicamento nazionale. Si tratta di un dato che in troppi sottovalutano, specialmente se raffrontiamo il dato del PD in queste amministrative con le precedenti. Nel 2008 il PD di Roma, con Rutelli candidato sindaco ,raccolse 521.880 voti, ora il PD di Ignazio Marino ha preso solo 267.605 voti. Nonostante ciò molti dirigenti esultano per la "sostanziale tenuta che conferma la linea del partito romano" e sminuiscono l'effetto Letta-Alfano, dato che il voto dimostrerebbe che "i cittadini hanno capito la nostra scelta di responsabilità". 

Le elezioni si sono svolte in un clima e con dei risultati distanti anni luce dalla grande occasione persa delle amministrative del 2011, in cui il centro-sinistra espugnava Milano e Cagliari con candidati di rottura, la sinistra eleggeva De Magistris a Napoli e poco dopo arrivava la vittoria nei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento.
Certo, la possibilità di cacciare il postfascista Alemanno dal Campidoglio da cui ha così mal amministrato Roma regala un minimo di respiro, ma il dato delle sinistre non è confortante. L'ottimo risultato di Ciccio Auletta, candidato sindaco a Pisa che supera l'8%, la coalizione di sinistra di Siena che supera il 10% con i Cinque Stelle fermi all'8%, e un interessante dato della sinistra di Ancona, sono dati che, per le specificità e tradizioni territoriali, non sono facilmente esportabili. Altrove le esperienze di candidatura fuori dal centrosinistra, in primis Sandro Medici a Roma – al netto di percorsi politici messi in campo, della ricchezza del dibattito e della possibilità/volontà che questi processi proseguano – non raccolgono quasi nulla in termini di voti ed eletti. Sinistra Ecologia e Libertà cresce, ma di pochissimo. Nessuno raccoglie consensi elettorali dallo sfacelo sociale, economico, politico e democratico e dalle responsabilità che lo hanno determinato.

Sul suo blog Beppe Grillo "analizza" il voto con nettezza, e sceglie di andare all'attacco, come Sun Tzu consigliava di fare in situazioni di palese difficoltà. E lo fa con un post che Robecchi ha sintetizzato in un tweet: "La serena analisi di Beppe Grillo: chi non ci ha votato è un coglione o un parassita…". 

Il leader comico-politico genovese scrive: "il 50% o poco meno non ha votato. Il rimanente è andato alle coalizioni di Pdl e pdmenoelle e in parte al M5S. […]  Esistono due Italie, la prima, che chiameremo Italia A, è composta da chi vive di politica, 500.000 persone, da chi ha la sicurezza di uno stipendio pubblico, 4 milioni di persone, dai pensionati, 19 milioni di persone (da cui vanno dedotte le pensioni minime che sono una vergogna). 

La seconda, Italia B, di lavoratori autonomi, cassintegrati, precari, piccole e media imprese, studenti. La prima è interessata giustamente allo status quo. […] L'Italia A non può vivere senza il contributo fiscale dell'Italia B, ma quest'ultima sta morendo, ogni minuto un'impresa ci lascia per sempre.

Il M5S ha commesso errori, chissà quanti, ma è stato l'unico a restituire, nella Storia della Repubblica, 42 milioni di euro allo Stato, a tagliare lo stipendio dei parlamentari e a destinare i tre quarti di quello dei consiglieri regionali siciliani alla microimpresa. "

Caro Beppe, hai mai pensato che di quei 42 milioni ai "cittadini" non arriva nulla, se non qualche spicciolo a pioggia che viene versato dal Movimento 5 Stelle Sicilia con filantropica carità? A cosa serve versare qualche euro al microcredito se poi le imprese non offrono lavoro, se c'è un governo che invece di realizzare politiche redistributive di cui avremmo bisogno conduce con assoluta determinazione politiche di austerità e macelleria sociale, ben mascherate dietro una non meglio precisata attenzione ai giovani? Hai mai pensato che ridurre la retribuzione dei parlamentari non determina automaticamente un aumento di quella di noi comuni cittadini?

Nell'assenza di qualcuno che sia in grado di dare una risposta al bisogno di cambiamento – cosa molto differente e meno aleatoria del desiderio di alternativa o del bisogno di sinistra – il voto termina nell'astensione o non abbandona il rassicurante e masochista terreno democratico. Il problema quindi non è capire se esiste o meno un popolo di sinistra, ma prendere atto che non c'è nessuno che prova genuinamento o efficacemente a rappresentarlo. Eppure sui temi è ancora possibile essere maggioranza, o quantomeno avere un largo consenso, come dimostra il referendum bolognese che insegna "che una sinistra vera e non minoritaria in questo Paese è davvero possibile, e dimostra che quando si parla con chiarezza, avanzando, senza ambiguità proposte giuste e dalla parte dei più deboli, si vince e si convince, si ritrova senso e consenso".

Esiste oggi, però, un rapporto biunivoco tra crisi economica-sociale e crisi delle sinistre; la crisi economica è anche responsabilità della debolezza culturale e organizzativa delle sinistre, divenute subalterne al pensiero unico neoliberista. Al tempo stesso l'acuirsi della crisi frantuma ulteriormente i legami sociali, gli strumenti organizzativi, le forme di solidarietà alla base delle organizzazioni di sinistra. Il quadro politico e il dato elettorale confermano questa crisi. C'è un enorme vuoto politico dalle parti di quella cosa chiamata una volta sinistra che dovrebbe rappresentare e soprattutto rispondere alla domanda di cambiamento e giustizia sociale, ma mai come ora vuoto e spazio sono due termini così lontani. Non c'è uno spazio vuoto da riempire a sinistra. C'è un vuoto, e come il nulla della Storia Infinita si propaga sempre più mangiando tutto, anche le macerie. Fermarlo è un compito sempre più difficile, ma è necessario, perché riguarda le nostre vite.

Ultima modifica ilLunedì, 21 Ottobre 2013 15:43
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