Menu

Deprecated: Non-static method JSite::getMenu() should not be called statically, assuming $this from incompatible context in /home/ulpeyygx/domains/ilcorsaro.info/public_html/templates/gk_news/lib/framework/helper.layout.php on line 181

Deprecated: Non-static method JApplication::getMenu() should not be called statically, assuming $this from incompatible context in /home/ulpeyygx/domains/ilcorsaro.info/public_html/includes/application.php on line 536

In morte di Pietro Ingrao

In morte di Pietro Ingrao
Quindi è morto, Pietro Ingrao.
D'altra parte era vecchio, molto vecchio. Presumibilmente stanco, chissà se addirittura sazio.
Ricevuta la notizia penso subito che per un uomo del genere dovrebbero celebrarsi funerali di Stato. Ma si tratta di un pensiero infantile, in fondo ridicolo (così mi sorprendo a ridere di me stesso, solo nel brusio basso dell'aula studio). Eh sì, perché ridicoli sarebbero dei funerali in pompa magna per chi lottando per la vita intera si è ostinato a custodire, con gelosia caparbia, il lato discreto della vita. Tanto da andarsene timidamente, in punta di piedi.
Ingrao che, ne abbiamo discusso non troppi mesi fa, si interrogava con tempismo pionieristico su una terza via necessaria: manco a dirlo, una strada che nulla ha a che vedere con il blairismo e con il criptofascismo del nostro Matteo Renzi. Ingrao che, servendo lo Stato perfino da presidente della Camera dei deputati, attraversava le Istituzioni per sabotarle.
Elemento importante, questo del sabotaggio, di cui non dubito. Perché i comunisti lavorano proverbialmente per la «società senza Stato»; per una società, in altri termini, che sia riuscita a venire decentemente a capo del drammatico rapporto tra masse e potere.
Nella sua vita questo ha fatto, Pietro Ingrao. La guerra a tutti, ma proprio tutti, gli oppressori (che cos'è la pratica del dubbio, se non dubitare innanzi tutto di ogni potere, di se stessi?). La ricerca di pace tra tutti gli oppressi.
L'impegno per il disarmo; le riflessioni su potere, movimenti e democrazia nelle società «a sviluppo avanzato». In sostanza, il cuore del discorso di Ingrao ci parla del tentativo quotidiano di un «superamento», di un andare oltre le violenze, la miseria e l'abbrutimento che caratterizzano quella relazione sociale chiamata capitalismo. Dunque, al di là di ogni infantilismo del dentro-o-fuori, le istituzioni si attraversano e si sabotano: l'obiettivo è la diffusione di forme di vita liberate dal Mercato, capaci di sospingere lo sbocciare di Istituzioni altre.
Tutto questo tergiversare per arrivare ad un punto. 
Il fatto è che il comunismo è come la poesia. In quelle che sono forse state le due pratiche preferite della vita di Ingrao, si manifesta uno sforzo di incarnare l'Umano tanto intenso da avvicinare l'abisso dell'indicibile. 
Dove certo non puoi trovare la definizione di cosa in fondo sia, questo misterioso Umano. Dove, al più, resta all'estremità delle labbra il sapore di una lacrima, scorsa inavvertita sulle guance.
La sofferenza empatica per l'ingiustizia; la ribellione istintiva ad essa: questo è nient'altro che essere innamorati. E penso proprio sia una tale, difficile curiosità del mondo, mi si permetta la rivendicazione, la linfa di noi comunisti.
Che sia lieve la terra, a Pietro Ingrao. Quanto a noi, oggi noi siamo in diritto di piangere un Maestro. Domani, coltivando un Esempio con il sorriso, torniamo a lottare nel mondo.
Torna in alto

Categorie corsare

Rubriche corsare

Dai territori

Corsaro social

Archivio

Chi siamo

Il Corsaro.info è un sito indipendente di informazione alternativa e di movimento.

Ilcorsaro.info