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RAI e TTIP: la sfacciata Pubblicità "Progresso"

RAI e TTIP: la sfacciata Pubblicità "Progresso"

Succede, in questa povera Italia che si ritrova come padri costituenti in pectore  tanto per l'assetto costituzionale/elettorale, quanto sempre più apertamente per le politiche di macelleria sociale  il bischero pirotecnico Renzi e il suo imbolsito padre spirituale Berlusconi, che anche il servizio pubblico radiotelevisivo arrivi a punte inedite di indecenza.

La RAI, da qualche tempo, trasmette un breve spot [qui il video] che su youtube viene titolato L'Europa e i trattati internazionali. In meno di due minuti, questa presunta pubblicità-progresso prima fornisce alcuni dati sulla contraffazione dei prodotti alimentari italiani nel mercato statunitense; e poi vira senza alcuna giustificazione sui negoziati che secondo la Commissione, le lobbies e la stessa Italia renziana (presidente di turno dell'Unione) dovrebbero portare in breve tempo alla firma del TTIP ed alla creazione dell'area di libero scambio transatlantica. 

È appena il caso di dire che non esistono correlazioni tra la materia della contraffazione e la necessità  o, secondo la RAI, la desiderabilità  di una totale deregolamentazione dei mercati: si tratta di questioni differenti, sostanzialmente non pertinenti.

Più importante, invece, è sottolineare che la RAI dimentica di riferire che i negoziati per il TTIP sono svolti in totale segreto e senza alcuna legittimazione democratica. Il nostro servizio pubblico, poi, scorda di mettere in risalto le incognite economiche e politiche che pesano su questa ipotesi di trattato. Per giunta, sarebbe stato corretto informare la cittadinanza sul fatto che, quasi certamente, l'accordo di libero scambio non riguarderà dazi doganali e contraffazione (esistono già regole globali di difesa dei marchi e della proprietà industriali), ma lo smantellamento delle barriere non tariffarie: ossia di ogni limite alla privatizzazione di servizi pubblici e beni comuni, alla possibilità degli Stati di produrre argini giuridici alla violenza della finanziarizzazione e delle corporations.

Più che di incognite, si dovrebbe parlare di pericoli enormi, di una vera e propria questione democratica. È un discorso, questo, che viene portato avanti dalla campagna STOP TTIP: in agenda è prevista, per l'11 ottobre, una giornata di mobilitazione per cominciare ad alzare la voce sui territori, a collegare  per esempio  il "teatro degli orrori" dello Sblocca Italia con gli obiettivi spregiudicati della governance economica mondiale (e di quei poteri pubblici che ne sono conniventi).

Quando perfino le comunicazioni istituzionali della RAI, al paradossale grido di "per informare, non influenzare", operano una vera e propria pubblicità ingannevole, ciò dimostra il livello indecente di conformismo cui è giunto l'intero sistema politico e mediatico italiano. Solo smascherando questo teatrino di slogan, inganni e demagogia; solo partendo dalla nostra vita quotidiana, dalla crisi e da percorsi concreti di riconquista di diritti e dignità, si potrà essere in grado di contrastare chi vuol negarci tutto, scegliendo davvero da che parte stare.

Perché non pensare ad una denuncia pubblica dell'osceno spot della RAI, come primo passo di avvicinamento all'11 ottobre?

Ultima modifica ilLunedì, 22 Settembre 2014 23:40
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