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Roma dice no al biocidio, blitz nella sede del commissario ai rifiuti

Roma dice no al biocidio, blitz nella sede del commissario ai rifiuti

Gli attivisti della campagna Stop Biocidio Lazio con un flash mob davanti all'ufficio del commissario straordinario ai rifiuti hanno ribadito il rifiuto di un modello corrotto e pericoloso nella gestione del ciclo dei rifiuti, un modello che ha portato all'avvelenamento delle nostre terre e al dramma del biocidio. Gli attivisti hanno aperto uno striscione con su scritto "gestione emergenziale? ci rifiutiamo" e lanciato sacchetti immondizia nell'atrio del palazzo del commissario. Ci sono stati alcuni momenti di tensione quando i poliziotti hanno strattonato alcuni degli attivisti e preso i loro documenti. 8 persone sono state identificate

Il 16 novembre anche da Roma partiranno autobus per la manifestazione #fiumeinpiena di Napoli. 

“Emergenza rifiuti” è un concetto fuorviante che nasconde l’incapacità delle amministrazioni locali di gestire il ciclo dei rifiuti secondo logiche virtuose: riduzione alla fonte, riciclo, compostaggio, porta a porta. La chiusura della più grande discarica di rifiuti tal quale d’Europa, Malagrotta, avrebbe dovuto rappresentare la fine di un modello di gestione del ciclo dei rifiuti insostenibile, non l’inizio di un’emergenza. La prassi consolidata dell’accentramento di pieni poteri nella mani di un commissario speciale (nel caso del Lazio, Goffredo Sottile) si è tradotta poi nella possibilità di derogare alle normative ambientali, favorendo interessi economici ormai consolidati nella gestione dei rifiuti.

Nel frattempo, le dinamiche di sacrificio dei territori della provincia di Roma costretti dalle decisioni commissariali ad accogliere l’enorme quantità di rifiuti proveniente dalla capitale, hanno dato vita alle lotte delle comunità locali contro le devastazioni ambientali e la messa a repentaglio della salute. L’opposizione all’inceneritore di Albano, alla discarica di Cupinoro e a quella di Falcognana, lo stato di emergenza ambientale di Colleferro e della Valle del Sacco, la situazione della stessa area di Malagrotta per cui andrebbe avviato un serio percorso di bonifica e riqualificazione sotto controllo popolare, le preoccupanti notizie riguardanti lo sversamento di rifiuti tossici nelle province di Latina e Frosinone, testimoniano le dimensioni del disastro ambientale laziale e del rischio sanitario ad esso connesso. Solo per citare un esempio, lo studio ERAS della Regione Lazio evidenzia un anomalo incremento di tumori ed altre malattie nelle popolazioni che vivono nel raggio di 5km da discariche e inceneritori.

Per questo ha senso anche nel Lazio, come sta avvenendo in Campania, parlare di Biocidio per indicare che di rifiuti e attività industriali inquinanti ci si ammala.

In tal senso, la manifestazione del 16 novembre a Napoli, alla quale parteciperanno da Roma attivisti delle diverse realtà che compongono Stop Biocidio Lazio, rappresenta l’opportunità di costruire un’opposizione unitaria al sacrificio dei territori e l’avanzamento di modelli alternativi di gestione dei rifiuti e dei territori stessi.”

Stop Biocidio Lazio 

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