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Sgomberano il Baobab, modello di accoglienza e generosità nell'emergenza migranti

  • Scritto da  Sara Corradi
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Sgomberano il Baobab, modello di accoglienza e generosità nell'emergenza migranti

Da qui a qualche giorno il luogo che per sei mesi ha coperto il vuoto dell’amministrazione romana nella fase più critica di sempre nell’emergenza migranti sarà sgomberato. Dopo una intensa giornata di trattative lo sgombero del Baobab non avverrà nella mattinata di domani, venerdì 4 dicembre, ma comunque nei prossimi giorni. Il Baobab, centro che da cinque mesi in via Cupa, nei pressi della stazione Tiburtina a Roma, offre a centinaia di migranti accoglienza, pasti caldi, vestiti, assistenza sanitaria, grazie al solo lavoro dei volontari e alle donazioni dei cittadini, chiuderà i battenti come già da settimane preannunciato dal Dipartimento per le Politiche Sociali del Comune di Roma.

Mentre le istituzioni capitoline nulla facevano per affrontare l’emergenza, in questi mesi il Baobab ha fatto un lavoro straordinario. Per citare Alessandro Gilioli che ben racconta questa esperienza nel suo blog Piovono Rane, “al Baobab sgomberano un modello che ha funzionato e non è costato un euro allo Stato, ma ha regalato umanità ai profughi e sicurezza alla città, evitando ai migranti di ciondolare per strada o da una stazione all'altra. [...] Al Baobab sgomberano - o cercano di sgomberare - la vergogna di uno Stato che ha finto di non vedere un centro di volontari che suppliva alla sua assenza, e forse anche per questo un giorno questo Stato ha deciso di cancellarne le tracce per sempre, che nessuno si ricordi quanto è stato latitante nell'accogliere gli ultimi del mondo.”

Da mesi i volontari chiedevano al Comune di intervenire sì, ma non in questo senso. Chiedevano “una risposta organica al problema dei transitanti e rifugiati”; chiedevano “aiuti economici, un luogo adatto ad accogliere i migranti, sicuro e gestito da lavoratori competenti”, ma hanno ottenuto solo un “atteggiamento miope” sfociato in “aperta ostilità”, hanno dichiarato nel comunicato diffuso oggi prima dell’affollata conferenza stampa che vedete nella foto e che potete seguire integralmente in questo video.

Le cause addotte dal Comune sono legate a “cause amministrative”, ovvero a un contenzioso tra l’amministrazione comunale e il proprietario dello stabile in cui sorge il centro, contenzioso risolto da una sentenza che obbliga il Comune a restituire lo stabile alla proprietà entro il 30 aprile 2016, data che dovrà essere preceduta da un periodo nel quale il Comune dovrà ripristinare lo stabile al suo stato originale.


Certo è però che solo pochi giorni fa, il 24 novembre, un blitz compiuto da decine di uomini in tenuta antisommossa e con unità cinofile aveva scosso il Baobab. Ventiquattro migranti erano stati prelevati dal centro per essere identificati. Un’operazione antiterrorismo, giustificata con l’imminenza del Giubileo, in cui non è stata trovata nessuna arma e nessun terrorista è stato identificato. D’altronde, i transitanti al Baobab e i migranti identificati provengono in stragrande maggioranza dal Corno d’Africa, non una delle zone di maggior reclutamento dell’ISIS.

In una nota stampa il Comune di Roma comunica che lo sgombero di domani non avverrà “con richiesta di impiego della forza pubblica” e che “a tutte le persone ospitate attualmente all’interno della struttura verrà offerta un’adeguata sistemazione alloggiativa”. Una risposta che, però, non rassicura. Un esempio è quello di Anas, marocchino ventenne, ricollocato da ieri all'Isola Verde, struttura della Croce Rossa Italiana. Anas deve sottoporsi a una terapia antibiotica a causa di un’infezione, ma nella nuova struttura che lo ospita nessuno è in grado di fargli una semplice iniezione intramuscolo. Alla fine la struttura della Croce Rossa richiama per fare l’iniezione Francesco e Alessia, volontari del Baobab e infermieri, comprensibilmente alquanto sorpresi per la richiesta. Anas è tornato in giornata al Baobab per continuare ad essere assistito. Una storia che racconta come manchi una soluzione a lungo termine e come non sia prevista una forma di accoglienza alternativa, in un luogo adeguato, per i migranti presenti ora a Roma e per quelli che arriveranno.

E va in tal senso l’appello lanciato da Alessandro Gilioli e molti altri: “Il centro Baobab di Roma, che ha ospitato più di 30 mila immigrati transitanti nell’ultimo anno, ha dimostrato di essere un modello di accoglienza umana che ha reso anche un servizio per la sicurezza di tutta la città, senza alcun lucro da parte di nessuno. Un modello di volontariato e di generosità a cui adesso le autorità hanno deciso di porre termine. I firmatari di questo appello chiedono al comune di Roma e al governo nazionale di trovare da domani stesso individuare uno spazio nel quale continuare a dare rifugio agli ultimi, quale che sia la loro provenienza, etnia e religione.”
È possibile sottoscrivere l’appello cliccando su questo link.

 

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