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Campania: dieci anni di diritti negati

Campania: dieci anni di diritti negati

Era il 7 febbraio 2005 quando entrava ufficialmente in vigore la legge regionale n.4 del 2005 sul diritto allo studio in Campania. A distanza di dieci anni l'Unione degli Studenti Campania denuncia con forza l'immobilismo della Regione. Zero euro questa è la cifra che investe la Campania nel diritto allo studio universitario, stessa cifra investita dalla legge regionale. Il paradosso di avere una delle "leggi regionali sul diritto allo studio più avanzate nel Paese", una legge nata nelle piazze e nelle scuole e imposta alla politica, spesso sorda ai bisogni dei cittadini, che all'epoca sosteneva pubblicamente "è inutile approvare una legge per gli studenti delle scuole superiori che non possono neppure votarci!". Quella legge proposta dall'Uds Campania fu frutto della maturità degli studenti che risposero, scrivendo articolo per articolo, a chi insinuava che le loro lotte erano sterili, evanescenti, per partito preso. Ci si opponeva alla Riforma Moratti, nelle piazze del Paese giravano escavatori pronti a demolirla, una lungimiranza straordinaria visto che la devastazione della scuola pubblica a cui assistiamo oggi è anche figlia di quella stagione perchè i germi di quella proposta restano ancora in giro.

All'opposizione gli studenti campani affiancarono la proposta. Volevano la luna, per usare le parole di Pietro Ingrao, e la concretezza della luna era rappresentata da una legge regionale che si basava sull'uguaglianza, la libera partecipazione e l'autonomia di scelta. Non un articolato freddo ma un insieme di norme e proposte capaci di garantire il libero accesso a tutte e tutti, messi in fila con pazienza orefice in tantissimi dibattiiti pubblici, assemblee, riunioni. Gli studenti dopo mesi di lotte e occupazioni, dibattiti e proposte occuparono il Consiglio regionale della Campania. Fu un momento di straordinario consenso e capacità di coinvolgimento, si dovrà aspettare qualche anno, nel periodo 2008-2010, per vedere lo stesso grado di attenzione attorno al movimento studentesco. Questa legge arrivò dopo mesi di mobilitazioni ed il testo approvato fu quello proposto dagli studenti. Una legge che prevede ogni elemento che può garantire il diritto allo studio: dal comodato d’uso dei libri di testo alle agevolazioni sui trasporti, dai servizi di mensa ai servizi residenziali, dalle borse di studio a forme di accesso agevolati ai canali culturali tramite una carta studentesca. A distanza di dieci anni, tutto questo è rimasto sulla carta. Nel frattempo il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, insieme all'Assessore Miraglia, non solo ha tolto le esigue risorse che erano state stanziate dall'amministrazione precedente ma ha anche tentato di imporre un sistema completamente opposto sul 'modello lombardo' fatto di buoni scuola e privatizzazioni. Inoltre, la Commissione regionale sul diritto allo studio non si è mai riunita in questi cinque anni di Governo Caldoro.

Un triste anniversario in una regione in cui persiste il lavoro minorile (basta entrare in un bar e trovare un "garzone" minorenne), con tassi di dispersione scolastica al 21,8% (con punte che vanno dal 50 al 70%). In una scuola devastata negli ultimi 6 anni in cui hanno cancellato 200mila posti, sottratto 8 miliardi di euro e dissolto 400 istituti a seguito del cosiddetto dimensionamento serve una nuova, forte mobilitazione studentesca. Adesso partirà la corsa per le regionali e saranno tutti pronti e disponibili a dire che va finanziata la legge 4/2005, sia chi ha governato fino ad oggi sia chi in questi anni di opposizione è stato in silenzio ma gli studenti della Campania, pur non potendo votare, sapranno scegliere, decideranno ancora di riempire le piazze e chiudere questa stagione fatta di dieci anni di diritti negati e cancellati.

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