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Anche Celestini con i NoTav, ma Fassina e Esposito rilanciano "attacchi mafiosi"

Anche Celestini con i NoTav, ma Fassina e Esposito rilanciano "attacchi mafiosi"

Non solo Erri De Luca. Alle parole dello scrittore napoletano, che in un'intervista all'Huffington Post ha sostenuto che i sabotaggi “sono necessari per far comprendere che la Tav è un'opera nociva e inutile” si associano oggi quelle del più noto rappresentante, insieme a Marco Paolini, del teatro di impegno civile in Italia: Ascanio Celestini.

Il 41enne attore e regista romano, sempre aull'Huffington Post, difende le ragioni dei No Tav, stigmatizzando l'atteggiamento dei media, “a volte superficiali quando trattano argomenti complessi come la Tav, ma è anche vero che spesso è il pubblico a non chiedere un approfondimento. E allora penso che della Tav non bisognerebbe parlarne più perché le notizie che circolano, quelle sì, sono pericolose. Basta andare in Val di Susa per rendersi conto che la situazione è completamente diversa e che coloro che si oppongono al progetto non sono terroristi”.

Sui sabotaggi, Celestini azzarda un paragone: “Chi taglia una rete con delle cesoie sa benissimo che sta infrangendo le regole ma non per questo possiamo dire che quelle regole siano giuste. Rosa Parks decise di prendere un posto dell'autobus nonostante non fosse destinato a una donna nera come lei, l'autista la denunciò e la polizia la arrestò: oggi però nessuno sosterrebbe le ragioni di quell'autista e di quegli agenti”.

Dubbi anche sugli incendi alle aziende, che “hanno un'assicurazione e comunque io verificherei su quello che è realmente accaduto”, invitando in ogni caso “a soppesare il danno a un capannone dato alle fiamme confrontandolo con il danno provocato da una intera montagna distrutta”. Infine Celestini sostiene che gli scontri nel cantiere di Chiomonte non sono solo opera di “giovani dei centri sociali, come spesso viene riportato dai media, ma da contadini ai quali è stata sottratta la loro terra e per questo possono andare via di testa e tirare sassi”.

Ma a tenere banco, in queste ore, non è soltanto l'intervista di Celestini – che sicuramente si presterà a nuove strumentalizzazioni da parte delle forze politiche a favore della costruzione del Tav – ma anche e soprattutto i commenti di alcuni esponenti di spicco del Partito Democratico sull'incendio di tre betoniere della Imprebeton, nella località di Salbetrand. 

Il “solito” Stefano Esposito, sul suo blog, ha alzato la posta chiamando in causa numerosi esponenti della società civile e accusando: “Cosa deve ancora succedere in Valle di Susa, perché associazioni come ‘Libera’ guidata da don Ciotti, che in tutta Italia conduce una straordinaria battaglia contro le mafie, pronunci una parola contro il clima mafio-terroristico che si respira in Valle di Susa? Cosa deve ancora succedere, perché intransigenti difensori della Costituzione e della legalità come Gustavo Zagrebelsky, denuncino l’attacco allo Stato e alle istituzioni democratiche?”.

Per il senatore Esposito, “quanto avvenuto rappresenta una vera e propria sfida aperta allo Stato, un grave gesto che ha dimostrato come gli appelli al sabotaggio lanciati da Vattimo e De Luca abbiano trovato immediatamente degli entusiastici esecutori”. Infine, l'autore del pamphlet “Si-Tav” ha chiamato in causa il collega di partito Davide Mattiello, chiedendogli “se non sia arrivato il momento che la Fabbrica delle E e Benvenuti in Italia promuovano una grande manifestazione contro la criminalità e l’illegalità diffusa in valle di Susa”.

Ma a sorprendere in qualche modo sono le parole del viceministro dell'Economia, Stefano Fassina che ha parlato di “una sfida allo Stato” e di “un altro attentato in stile mafioso”, sostenendo il rafforzamento dei presidi delle forze dell'ordine e delle risorse per la Procura di Torino. “E' ora di mettere in campo e rendere operative tutte le misure necessarie per una svolta definitiva che consenta la prosecuzione ordinata del progetto”, ha concluso Fassina. Applicando per gli attivisti No Tav il 41-bis?

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