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Amburgo: diario dalle mobilitazioni contro il g20

Amburgo: diario dalle mobilitazioni contro il g20

Cominciano le mobilitazioni ad Amburgo. Ecco il diario degli attivisti della Rete della Conoscenza. 

Da ieri siamo ad Amburgo, dove nei prossimi giorni si incontreranno i 20 Grandi del mondo, per partecipare alle giornate di discussione e mobilitazione contro il vertice, aperte già a partire da domenica quando la città si è iniziata a preparare nel respingere la visita dei capi di stato, con l’apertura dei primi campeggi e delle strutture di accoglienza per le migliaia di partecipanti provenienti dal resto della Germania e del pianeta.

Un’apertura già fortemente caratterizzata dall’impatto con il dispositivo repressivo messo in campo dal governo federale, nel tentativo di sottrarre, ai movimenti e alle tante forze che si sono attivate per bloccare il G20 e far emergere la loro voce contraria, qualsiasi agibilità all’interno delle prossime giornate. Le operazioni di sgombero ai danni di uno dei due campeggi autorizzati sulle sponde dell’Elba, contrassegnate dall’immotivata violenza poliziesca che ha portato al grave ferimento di una ragazza (tuttora in terapia intensiva), ci consegnano la cifra del clima instaurato in città e che solo nei prossimi giorni potremo verificare nella gestione da parte delle forze dell’ordine delle grandi contestazioni diffuse previste in svariate forme in tutta la città. 

Fin da subito in tutto il paese così come a livello transnazionale si è alzato un grido per la libertà di dissenso e contro la criminalizzazione messa in atto negli ultimi giorni, sostanziato in innumerevoli iniziative di solidarietà spontanea costruite in moltissime città, da parte dei molti che si apprestano a raggiungere quello che è uno dei principali centri economici e logistici tedeschi. Una solidarietà che al contempo ha permesso di dare una risposta alla necessaria richiesta di accoglienza da parte degli/lle attivisti/e, quando le abitazioni, i teatri, gli stadi e molti altri luoghi sono stati aperti dalla popolazione locale per garantire un posto dove stare a tutti e tutte.

Ma è nella serata di ieri che è irrotta sulla scena la forza e la vivacità di una movimentazione sociale diffusa ed eterogenea dentro e fuori la città, quando più di 25 mila persone, di tutte le età e provenienze, si sono riappropriate delle strade del quartiere di St. Pauli, con una street parade festosa e determinata che ha sfilato per ore con una prima grande rappresentazione della forza del dissenso sociale nei confronti dei 20 Grandi. Una grandiosa risposta alla paura e al terrore generati in città intorno al vertice, plastica rappresentazione della rivendicazione di una vita degna, libera, da opporre al presente e al futuro di miseria e angoscia che personaggi come Trump, Erdogan, Putin, Merkel, etc vogliono imporci mentre si confrontano ai tavoli negoziali.

Un’irruzione, quella di ieri, che non nasce sicuramente dal nulla, ma ha invece origine nella stessa composizione sociale cittadina, nella storia di quartieri all’interno dei quali parole come accoglienza, dignità, libertà non suonano sicuramente nuove. Al contempo la forte eterogeneità ci racconta quello che è stato un denso ed efficace percorso di avvicinamento sul piano tedesco e in connessione sul piano transnazionale, così come ci dimostrano gli innumerevoli appuntamenti del summit della solidarietà globale, costruito per confrontarsi sull’alternativa ad uno scontro che ci raccontano tra il fronte neoprotezionista, cui fa da capofila Donald Trump, e le elite neoliberali.

È su questo che nei prossimi giorni possiamo e dobbiamo verificare l’efficacia della nostra azione, nella nostra capacità comune, dal piano locale a quello globale, di spostare questo scontro sull’asse che contrappone l’alto della nostra società, che prova a sfruttare il G20 per riorganizzarsi, al basso, alle popolazioni che hanno dovuto subire l’autoritarismo del sistema e le sue devastanti ricette economico-politiche.

Alla luce dei primi segnali ci permettiamo di guardare ai prossimi appuntamenti con una punta di ottimismo in più, consapevoli che per respingere i Grandi e le loro proposte, sarà necessaria tutta la forza di un protagonismo popolare, della società nelle sue variegate forme e movimentazioni, che sappia indicare una direzione, da e oltre Amburgo. 

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