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I manifestanti "più uguali degli altri": il comportamento della polizia con forconi e studenti

I manifestanti "più uguali degli altri": il comportamento della polizia con forconi e studenti

Ricapitoliamo brevemente alcuni avvenimenti concernenti la gestione dell’ordine pubblico nelle ultime due settimane, visti da Torino.

4 dicembre 2013, Palazzo Nuovo, Università di Torino. Un gruppo di attivisti del FUAN (destra radicale) distribuisce volantini contro l’austerity. Un drappello di studenti li contesta accusandoli di fascismo. La celere si precipita in università e manganella gli studenti “antifascisti”, denunciando due di loro – entrambi vicini al centro sociale Askatasuna.

6-7-8 dicembre 2013. Per le vie del capoluogo piemontese i negozianti ricevono la visita di due o tre figuri, sedicenti “poliziotti in borghese”. Questi “suggeriscono” ai negozianti di tenere chiusa la loro attività durante la manifestazione dei forconi in previsione per lunedì 9, così da evitare “spiacevoli danni”, visto che “la polizia non poteva garantire per l’ordine pubblico”. Le forze dell’ordine e le istituzioni non prendono provvedimenti nei confronti delle intimidazioni.

9 dicembre 2013, Torino. La protesta “dei forconi” impazza in tutto lo stivale, ma il capoluogo piemontese si rivela la piazza più calda d’Italia. I manifestanti, divisi in drappelli, si spargono a macchia di leopardo per la città. Vengono bloccate diverse strade, tra cui le rotonde di piazza Derna e piazza Pitagora, da cui si entra in città, nonché i mercati generali. Alcuni tra i pochi negozianti che hanno disobbedito ai “consigli” di tenere chiuso subiscono minacce e ripercussioni. La polizia è quasi assente in città: l’unica dispiegamento significativo di FdO è in Piazza Castello, per proteggere il palazzo della Regione. In quell’occasione però, poco dopo che si sono consumati duri scambi di sassi e lacrimogeni tra manifestanti e polizia, i poliziotti fanno un gesto che tingerà di stupore le pagine dei giornali: sollecitati dai manifestanti, si tolgono il casco, ricevendo gli applausi di quella stessa piazza che poco prima li bersagliava. Nonostante il proseguire degli scontri, i fermi si contano sulle dita di una mano. Qui il racconto del Corsaro di queste giornate.

11 dicembre 2013, Torino. In risposta alle polemiche sulla mancata gestione dell’ordine pubblico in città, il Prefetto Paola Basilone dichiara di aver presentato telefonicamente le sue dimissioni al ministro Alfano, che tuttavia le avrebbe rifiutate.

12 dicembre 2013, Torino. La protesta dei forconi, già sopita in molte città d’Italia, va scemando anche a Torino, dove la polizia ha ripreso a farsi vedere per le strade della città. Mentre un corteo volgeva al termine, i poliziotti accerchiano un gruppetto di manifestanti isolando e denunciando nove di loro, oltre a sequestrare la loro camionetta. Alcuni di loro sono studentesse e studenti. Tutti sono antifascisti e vicini ai centri sociali torinesi.

12 dicembre 2013, Roma. In occasione di un convegno sulla Green Economy presso l’Università La Sapienza, cui erano invitati anche i presidenti della Repubblica e del Consiglio Napolitano e Letta, un gruppo di studenti contesta il governo. La polizia carica alle spalle il corteo, inseguendo e continuando a manganellare gli studenti in fuga. Due vengono fermati e quindi rilasciati dopo alcune ore.

14 dicembre 2013, Torino, Piazza Castello. Al termine di un corteo pacifico per invocare le dimissioni della Giunta Cota, partecipato soprattutto da studenti e attivisti dell’associazionismo “di sinistra”, alcuni studenti lanciano qualche palloncino pieno di vernice e accendono due fumogeni sotto al Palazzo della Regione. La polizia, presente in numeri drasticamente superiori rispetto alle scorse settimane, reagisce caricandoli e mandando due studenti all’ospedale (uno con due dita rotte), e fermandone quattro (di cui due minorenni) quasi tutti vicini a coordinamento studentesco Last.

Giudichino i lettori se le reazioni delle forze dell’ordine rispetto alle manifestazioni studentesche sono commisurate all’atteggiamento tenuto durante la così detta “protesta dei forconi”. Difficile non pensare, orwellianamente, che “alcuni manifestanti sono più uguali degli altri”.

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