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Soldi alle scuole private: il Pd ci accusa di bufala tramite una controbufala

  • Scritto da  Il Corsaro
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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato sul Corsaro un articolo intitolato: "223 milioni alle scuole private: l'emendamento del PD".

Ieri è arrivata la risposta, dal sito del Partito Democratico:

"Chi legge, ha la conferma definitiva: il Pd finanzia le scuole private. Ma è vero? Come si manipola l'informazione in rete? A volte basta poco, perché se è vero che il web-journalism è democratico e permette a tutti di essere partecipi del dibattito, di condurre un giornalismo d'inchiesta a volte molto più ficcante del giornalismo professionista, è anche vero che la manipolazione e la falsificazione dell'informazione è molto più facile. Controlli inesistenti, verifica delle fonti inesistente, conoscenza della deontologia professionale inesistente, e al tempo stesso sicurezza di farla franca qualsiasi notizia falsa o diffamante si scriva."

Evidentemente qualcuno, nel Partito Democratico, ha le idee un po' confuse, se tra una lezione di deontologia e un'accusa di diffamazione, non si preoccupa nemmeno di mettere un link, in modo che il lettore si possa fare un'idea. La notizia, tra l'altro, era stata riportata il giorno successivo anche da Repubblica.it e Pubblico. Ma si sa, è molto più facile lanciare accuse infamanti di falsificazione ai volontari che gestiscono un sito web indipendente, piuttosto che prendersela con l'informazione ufficiale. Soprattutto quando la notizia riportata, come vedremo, è assolutamente vera.

Infatti l'ineffabile autore dell'indignato articolo, una riga dopo aver scritto che il nostro "testo è un falso", è costretto ad ammettere che "non scrive falsità". E tanto basterebbe a far risultare ridicole le sue accuse di manipolazione, falsificazione e diffamazione. Ma non vogliamo sfuggire al dibattito nel merito. L'accusa che il Pd ci rivolge è di non aver detto che l'emendamento presentato da Simonetta Rubinato non si applica a tutte le scuole paritarie, ma solo alla scuola dell'infanzia. È vero, quel dettaglio ci era sfuggito, chiediamo scusa. Ma cosa cambia? Sempre soldi alle scuole private sono.

Ed è qui che la risposta del Partito Democratico si fa interessante: secondo loro, il nostro articolo sarebbe falso perché non abbiamo riportato che la categoria "scuole paritarie", nella scuola dell'infanzia, comprende tutte le scuole non statali, e perciò, oltre alle private, anche le scuole comunali. Si legge nel testo:

"Perché per la legge italiana sono 'scuole' anche quelle e sono definite 'paritarie' tutte le scuole non statali, e quindi anche le scuole comunali; ma questo l'assai poco onesto articolista non lo scrive, non lo spiega, generando così il dubbio, anzi la certezza che quei soldi saranno destinati alle scuole private."

Se fosse così sarebbe davvero grave. Avremmo scritto che il Pd ha votato lo scorporo dal patto di stabilità di 223 milioni di euro destinati alle scuole private, quando invece si tratta di scuole pubbliche. Comunali, ma sempre pubbliche. Che disonesti che saremmo stati. O quantomeno superficiali, nel non tenere in considerazione un elemento così importante.

Peccato che si tratti di una gigantesca bufala, abilmente coperta da un dato mancante: il numero delle scuole comunali. Infatti, come ha scritto Tuttoscuola qualche anni fa, le scuole dell'infanzia comunali, in Italia, sono meno del 16% del totale. In Veneto, la regione dell'onorevole Rubinato, sono meno del 5%, a fronte del 32% di scuole statali e del 63% di scuole private. Insomma, i soldi recuperati grazie all'impegno dell'onorevole e con il convinto supporto del suo partito andranno, in massima parte, a scuole private.

Con una faccia tosta davvero notevole, il Pd, per accusarci di diffondere bufale basandoci su dati incompleti, inventa una gigantesca bufala grazie all'incompletezza dei dati. Se avesse voluto sostenere le scuole comunali, l'onorevole Rubinato avrebbe rivolto direttamente a quelle le proprie attenzioni, invece di approfittare dell'equivoca etichetta di "paritarie" fornita dalla legge 62/2000 per fornire un po' di quattrini pubblici sottobanco alle scuole cattoliche, mentre nel frattempo le casse dei Comuni sono massacrate dalla spending review. Ringraziamo comunque la risposta del Partito democratico. Credevamo, comprensibilmente, che si trattasse  di un'iniziativa di una singola parlamentare: nello smentire il nostro articolo in realtà il Pd rivendica la scelta di questo finanziamento, e più in genere, la legge di parità.

Una rivendicazione incomprensibile, proprio alla luce dei dati riportati dalla stessa onorevole Rubinato che, un anno fa, in un'interrogazione presentata insieme al collega di partito e conterraneo Paolo Giaretta, altro democristiano di lungo corso, ha ricordato che oggi, nelle scuole dell'infanzia paritarie, le famiglie "coprono con le rette circa il 60% del costo di gestione del servizio". Complimenti per il servizio pubblico!

A 12 anni dalla famigerata legge 62, le scuole paritarie continuano a fagocitare denaro pubblico e allo stesso tempo a scaricare la maggior parte dei propri costi sull'utenza, mentre il servizio continua a essere assolutamente insufficiente a garantire i bisogni di famiglie giovani e precarie e una generazione intera di educatori ed educatrici non ha la possibilità di esercitare in maniera dignitosa il lavoro per cui si è formata e di cui la società ha palesemente bisogno.

Il Partito Democratico e la politica nel suo insieme farebbero bene a riflettere su questo bilancio disastroso, e sul necessario intervento pubblico nel campo dell'istruzione, invece di arrampicarsi sugli specchi inventando fantomatiche bufale per coprire il loro quotidiano servizio alle lobby dell'affarismo cattolico.

Ultima modifica ilLunedì, 21 Ottobre 2013 14:57
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