La campagna Sbilanciamoci ha presentato 106 proposte per una manovra economica equa
Il testo della ControFinanziaria 2014: le proposte per una diversa legge di stabilità
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Anche questʹanno il Rapporto Sbilanciamoci nasce da un percorso che lega 49 organizzazioni che operano nel sociale intorno alla costruzione delle 106 proposte considerate fondamentali per promuovere i diritti, la pace e lʹambiente. Uno dei temi centrali del Rapporto di questʹanno è la critica ai vincoli imposti dallʹUnione Europea per riaprire una discussione sul rapporto tra finanza e spesa pubblica e tra gli obiettivi del bilancio statale e gli spazi di democrazia.
scarica il rapporto di Sbilanciamoci in versione integrale.
Nella tavola finale abbiamo suddiviso le proposte secondo 7 aree tematiche principali: Fisco e Finanza, Lavoro e Reddito, Cultura e Conoscenza, Ambiente e sviluppo sostenibile, Welfare e diritti, Cooperazione pace e disarmo, Altraeconomia.
Lavoro, reddito, casa: tre emergenze sociali non rinviabili
Tra le 106 proposte ce ne sono alcune nuove, che riteniamo fondamentali a causa dellʹaggravarsi della crisi, in quanto costituiscono delle risposte immediate ad alcuni dei maggiori problemi che attraversano il nostro Paese.
In primo luogo abbiamo messo al centro il lavoro e la necessità di introdurre una sperimentazione di reddito minimo. Lavoro e reddito sono due temi fortemente connessi in un paese che ha raggiunto il 12,5% di disoccupazione totale, il 40% di disoccupazione giovanile e in cui 9,5 milioni di persone vivono in condizioni di povertà relativa e 4,8 milioni persone in condizioni di povertà assoluta. Per questi motivi assumono rilevanza le proposte di un piano del lavoro da 3,5 miliardi di euro e la sperimentazione di un reddito minimo del costo complessivo di 4 miliardi di euro.
Il piano lavoro è finalizzato a creare occupazione di qualità: stabile, pulita, “disarmata”, creando almeno 300 mila posti di lavoro in settori strategici come la messa in sicurezza di edifici pubblici (in particolare edilizia scolastica), energie rinnovabili, riassetto idrogeologico, valorizzazione dei beni culturali e del patrimonio artistico, servizi alla persona e istruzione, insomma le cosiddette “piccole opere” di cui ha davvero bisogno il nostro paese.
La proposta che riguarda il reddito, invece, garantirebbe 500 euro al mese individuali alle 764 mila persone che si trovano in condizioni di povertà assoluta, ovvero con una capacità di spesa mensile inferiore a un paniere di beni di “sussistenza” e che sono in cerca di occupazione. Siamo consapevoli che il finanziamento di un vero e proprio reddito di cittadinanza richiederebbe la rivisitazione dell’intero sistema delle politiche del lavoro, sociali e fiscali e un investimento ingente, improbabile nell’attuale contesto economico e politico, ma allo stesso tempo riteniamo fondamentale lʹinizio di una sperimentazione di questo tipo, mancante in Europa, soltanto in Italia e Grecia.
In secondo luogo riteniamo che sia fondamentale affrontare lʹemergenza abitativa di migliaia di persone. Ad oggi, i Comuni stimano che siano circa 650.000 le domande di alloggi popolari non soddisfatte e circa 70.000 le sentenze di sfratto ogni anno, aumentate a seguito degli effetti della crisi. Allo stesso tempo risultano circa 30 mila gli alloggi di edilizia residenziale pubblica non assegnati perché bisognosi di ristrutturazione.
Per questo proponiamo di investire di più nel sostegno sociale allʹaffitto (300 milioni),nell’edilizia residenziale pubblica non agibile (200 milioni), e nel recupero di immobili di proprietà pubblica per uso sociale (250 milioni).
Più risorse per la spesa pubblica utile
Il Rapporto di Sbilanciamoci! avanza alcune proposte per riorientare la spesa pubblica. Innanzitutto un forte rifinanziamento dei settori maggiormente colpiti negli anni come la cultura (2,4 miliardi) e la conoscenza (1,5 miliardi per il Fondo di Finanziamento Ordinario delle università, fondamentale anche per la ricerca e 1 miliardo per l’edilizia scolastica). Una particolare attenzione è dedicata alla copertura totale delle borse di studio universitarie, per l’abolizione della figura dell’idoneo non vincitore (350 milioni), all’eliminazione del dottorato di ricerca senza borsa (50milioni), alla lotta alla dispersione scolastica (30 milioni), all’innalzamento dellʹobbligo scolastico a 18 anni e lʹintegrazione (200 milioni).
Proponiamo inoltre l’istituzione di un fondo nazionale per le attività culturali (600 milioni) e l’abolizione del pagamento dei diritti Siae per i concerti di musica dal vivo con un massimo di 200 spettatori (15 milioni) e di promuovere il libero accesso alle attività culturali da parte di studenti e soggetti in formazione (50 milioni).
L’ambiente è da sempre un tema centrale nel Rapporto di Sbilanciamoci!. Tra le molte proposte, il ripristino e lʹincremento del fondo per la ristrutturazione e l’ammodernamento della rete idrica nazionale (100 milioni di euro) e la richiesta di destinare 10 milioni di euro ad un Fondo nazionale per la ripubblicizzazione dei servizi idrici. E’ fondamentale inoltre investire in misure a favore delle ferrovie locali per i pendolari (1 miliardo) e della mobilità sostenibile (150 milioni). Per investire in un nuovo modello di sviluppo è utile la promozione e installazione di impianti di fotovoltaici (1 miliardo) e finanziare l’abbattimento degli ecomostri (18 milioni). Infine è fondamentale la cosiddetta contabilità ambientale ovvero l’integrazione dell’informazione monetaria con quella relativa ai flussi di materiali e delle risorse naturali che caratterizzano il nostro sistema economico, attraverso indicatori di sostenibilità ambientali.
Un capitolo consistente del Rapporto è rappresentato dalle proposte in materia di welfare, che propone il finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza e del Fondo Nazionale Politiche Sociali (1,8 miliardi), un piano straordinario per gli asili nido (1 miliardo), interventi per la non autosufficienza (500 milioni), lʹinclusione scolastica degli alunni con disabilità (30 milioni). Chiediamo più risorse per la sanità: per il Servizio Sanitario Nazionale (1,5 miliardi), per la medicina territoriale (100 milioni), per un Fondo nazionale per la cura e la prevenzione del gioco d’azzardo patologico (31,5 milioni), per unità spinali ed hospice (120 milioni). Per quanto riguarda le politiche di genere sono fondamentali provvedimenti come l’assegno di maternità universale (750 milioni), un piano straordinario per i consultori (100 milioni) e in particolare, visto il pericoloso aumento della violenza sulle donne, un finanziamento per nuovi centri antiviolenza (50 milioni).
Da notare il complessivo costo zero di misure contro il sovraffollamento delle carceri e per il reinserimento detenuti. Infine assumono centralità le politiche in tema di immigrazione per ampliare e qualificare il sistema di accoglienza (100 milioni), rafforzare il sistema nazionale di protezione contro le discriminazioni e il razzismo (25 milioni), finanziare le Commissioni Territoriali sul diritto di asilo (15 milioni).
In tema di cooperazione pace e disarmo, le proposte più rilevanti riguardano il finanziamento dei corpi civili di pace (20 milioni), gli investimenti per la cooperazione (250 milioni) e per l’istituto per la pace ed il disarmo (10 milioni), la riconversione dellʹindustria a produzione militare (200 milioni) e un piano straordinario per finanziare il sevizio civile (270 milioni), per stabilizzare nel triennio 2014‐2016 un contingente di 120.000 persone in Italia e 3.000 all’estero.
L’ultimo capitolo del Rapporto Sbilanciamoci! è dedicato alle proposte che riguardano l’AltraEconomia, strategica per promuovere un modello differente di produzione e consumo. Tra le varie proposte ricordiamo le misure per la promozione di distretti di Economia Solidale (20 milioni), il sostegno alla finanza etica (20 milioni), la costituzione di un fondo per l’agricoltura biologica (60 milioni), lʹinvestimento per il Fair Trade e Social Public Procurement (20 milioni) e in Economia eco&equa (60 milioni).
Sì, ma dove troviamo i soldi?
E’ la domanda più ricorrente che viene rivolta alla Campagna Sbilanciamoci! Per questi motivi segnaliamo la spesa pubblica inutile che sarebbe bene tagliare e proponiamo un cambiamento del sistema fiscale e finanziario per recuperare risorse da di specula o chi evade, per poterle redistribuire a tutti i cittadini.
Le tasse giuste
In primo luogo è necessario tassare i più ricchi e la rendita, attraverso una rimodulazione delle aliquote IRPEF (maggiori entrate 1,2 miliardi), la tassazione delle rendite finanziarie (maggiori entrate per 2 miliardi), l’abolizione della cedolare secca (maggiori entrate per 500 milioni).
Inoltre è importante introdurre una tassa patrimoniale progressiva (grazie alla registrazione dei beni sulla dichiarazione dei redditi), che includa la ricchezza finanziaria (titoli e conti correnti), ricchezza immobiliare (valore degli immobili al netto della parte di capitale ancora non riscattata in caso di mutuo) e mobiliare (autoveicoli, barche, aereomobili, etc) , la tassazione delle rendite finanziarie (maggiori entrate per 2 miliardi).
Vogliamo inoltre migliorare la tassa sulle transazioni finanziarie, applicandola a tutte le tipologie di derivati (e non unicamente ai derivati su azioni che rappresentano circa il 2% del totale e a ogni singola transazione e non ai saldi di fine giornata (maggiori entrate 800 milioni). E’ necessario inoltre rivedere la tassa sui capitali scudati, prevedendo l’applicazione di un’aliquota una tantum del 10% sul capitale scudato per portare il livello
In secondo luogo si potrebbero ricavare ingenti risorse dalla tassazione dei settori di lusso e nocivi come i diritti televisivi per lo sport‐spettacolo (maggiori entrate per 40 milioni), l’emissione di Co2 per il settore automobilistico (maggiori entrate per 500 milioni). Si potrebbe introdurre misure fiscali penalizzanti per il rilascio del porto d’armi (maggiori entrate 170 milioni), una tassazione dei profitti del settore del lusso (200 milioni) e l’abolizione del condono per i concessionari di video‐giochi (maggiori entrate per 2,2 miliardi di euro). Infine proponiamo, la tassazione di ville di pregio e castelli. (maggiori entrate per 150 milioni).
La nostra manovra di 26 miliardi di euro si chiude praticamente in pareggio. Non prendiamo per buone le ricette che ci arrivano dallʹEuropa, a partire dallʹassurdità di cambiare la nostra Costituzione per inserirvi il pareggio di bilancio. Al contrario. Chiediamo un impegno forte dellʹItalia, per chiedere allʹEuropa un radicale ribaltamento delle priorità. Nello stesso momento questo cambiamento di rotta può e deve partire dalle politiche nazionali, perché dietro ogni singolo capitolo di bilancio della legge di stabilità si nasconde la tutela di un diritto per migliaia di persone nel nostro paese.
Tagliamo la spesa pubblica sbagliata
Innanzitutto si propone l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che esamini lo stato delle convenzioni con le strutture sanitarie private, che costituiscono una grossa fetta della nostra spesa sanitaria e dei suoi sprechi e abusi (Risparmio 1 miliardo).
Chiediamo una riduzione degli stanziamenti per le grandi opere come la Tav (Risparmio 2,7 miliardi).
Chiediamo la chiusura dei Cie e dei CARA, perché le politiche del rifiuto, attraverso la limitazione dei flussi dei migranti, la militarizzazione dei mari e delle frontiere, i respingimenti, la detenzione nei Cie e le espulsioni, sono la causa prima delle stragi di migranti che avvengono nel Mediterraneo (Risparmio 218,1 milioni).
Anche quest’anno il Governo ha deciso di rifinanziare le scuole private con 220 milioni di euro. Per questo prevediamo la cancellazione dei fondi alle scuole private e del buono scuola (Risparmio 500 milioni).
Un risparmio importante si otterrebbe certamente dalla riduzione delle spese militari, portando ad esempio entro il 2016 il livello degli effettivi delle Forze armate a 150.000 unità (Risparmio 500 milioni), azzerando la parte di fondi iscritti al bilancio del ministero per lo Sviluppo Economico attualmente a disposizione del Ministero della Difesa per sostenere (con oneri a carico dello Stato) le industrie a produzione militare per specifici programmi d’armamento (Risparmio 2 miliardi). Si potrebbero inoltre cancellare la partecipazione italiana al programma del cacciabombardiere F‐35 Joint Strike Fighter (Risparmio 600 milioni), così come lʹacquisto della seconda serie di sommergibili U‐212 (Risparmio 200 milioni). Chiediamo infine il ritiro da tutte quelle missioni a chiara valenza aggressiva e di guerra (Risparmio 700 milioni).
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