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Disoccupazione è in aumento. Giovannini: poco importa, ci saranno meno scoraggiati

Disoccupazione è in aumento. Giovannini: poco importa, ci saranno meno scoraggiati

"Noi abbiamo oltre tre milioni di disoccupati, tre milioni di persone ai margini del mercato del lavoro. Se l’economia riprenderà, una parte di queste persone scoraggiate si metteranno a cercare lavoro. Il fatto che in una fase di ripresa economica il tasso di disoccupazione aumenti non è una sorpresa, quello che importa è che se da un lato riaumenta la disoccupazione, dall’altro dobbiamo sapere che le persone cercheranno lavoro". Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovanni a Palermo per le Giornate dell'Economia del Mezzogiorno.

L'ideologia dominante del laissez-faire uida l'ex Presidente dell'Istat. Dunque, il ministro ci dice: scoraggiatevi ora poi un giorno, chissà quando, l'economia riprenderà e il vostro stato di disoccupazione sparirà come per magia. Un'altra uscita infelice quella del titolare del dicastero del lavoro e delle politiche sociali (glielo ricordiamo noi perché probabilmente se n'è dimenticato) dopo quella sui giovani poco occupabili. La normalità dell'alto tasso di disoccupazione che non stupisce il ministro è confutata dai dati: abbiamo il più alto tasso di disoccupati in europa e le previsioni di crescita sono giudicate da più parti come deboli se non negative. Queste dichiarazioni mettono in luce l'incoerenza del ministro visto che da un lato lo spot del governo diventa il “bonus giovani”, quindi un intervento governativo, dall'altro si aspetta che sia l'economia a creare le condizioni per l'occupazioni.

La situazione drammatica in cui versa il paese invece ci dice il contrario: siamo l'unico Paese d'Europa a non avere formule di sussidio rivolte ai disoccupati, i centri per l'impiego servono solo a certificare ufficialmente lo stato di disoccupazione e le politiche attive del lavoro sono pressocché inesistenti (i centri per l'impiego occupano il 3% della forza lavoro) e il ministero non sta mettendo in campo nessuna strategia per il rilancio dell'economia e dell'industria nel nostro paese, anzi.

Giovannini parla di “tre milioni di persone ai margini del mercato del lavoro”, sottolineando ai margini ci dice che non esistono possibilità di accesso perché c'è la crisi, ma continua ancora peggio: ”Se l’economia riprenderà, una parte di queste persone scoraggiate si metteranno a cercare lavoro” senza specificare il destino che, in questa sua previsione, resteranno ancora esclusi dal mercato del lavoro.

Il ministro dovrebbe assumersi le proprie responsabilità dicendo la verità, cioè che il debole ruolo che sta svolgendo il suo dicastero e il fallimento della riforma Fornero uniti all'incapacità del tessuto industriale italiano di innovarsi e progettare uno sviluppo sono tra le cause dell'alta disoccupazione

 

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