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Riccardo Pariboni

Riccardo Pariboni

Jobs Act, anatomia di un ricatto

Diventa ogni giorno più difficile provare a ragionare in maniera sensata di mercato del lavoro, occupazione e più in generale di tematiche economiche. Un assordante rumore di fondo provocato dalle dichiarazioni demagogiche, bellicose e tendenzialmente prive di senso del Presidente del Consiglio, con le sue promesse di non fare prigionieri e di regolare definitivamente vecchi conti in sospeso con chi si oppone alla presunta opera di modernizzazione del suo Governo, impedisce di mettere a fuoco in maniera chiara i contenuti e le implicazioni dell'annunciato Jobs Act e della legge delega sul mercato del lavoro.

Video: The Revolution Will Not Be Televised. Il documentario sul tentato golpe contro Chávez nel 2002

 

The Revolution Will Not Be Televised è un documentario girato in presa diretta da una troupe irlandese nei convulsi giorni dell'aprile 2002, durante il fallito tentativo di golpe contro l'allora presidente del Venezuela Hugo Chávez, golpe ordito dalle oligarchie industriali e latifondiste del paese.

Ci racconta da un punto di vista estremamente vicino agli eventi in corso l'iniziale arretramento e sbandamento della Rivoluzione Bolivariana, con Chávez sequestrato dai reparti ribelli dell'esercito, ma soprattutto ci fa vedere l'incredibile reazione popolare, in particolare da parte della massa di diseredati e poverissimi che iniziava allora ad essere, per la prima volta nella storia del paese latinoamericano, protagonista attivo e principale di un processo radicale di trasformazione sociale che di lì a dieci anni avrebbe spezzato secolari catene di oppressione e restituito dignità e libertà per tutti.

La banalità di Draghi: eroico salvataggio o normale amministrazione?

mario draghi bce

Volendo dare credito alla stampa ed ai principali commentatori economici, siamo salvi. Dopo l'approvazione da parte della Banca Centrale Europea del piano anti-spread, avvenuta venerdi, e il pronunciamento di Mario Draghi con cui impegna esplicitamente l'istituzione che dirige ad acquistare illimitatamente titoli di stato di paesi in difficoltà per tenere a freno il costo dell'indebitamento pubblico, unanime si è levato un coro di giubilo che mette in luce la sconfitta della linea rigorista tedesca, la vittoria di un approccio di ragionevolezza e buonsenso e la definitiva soppressione di quell'entità astratta che ha monopolizzato l'attenzione pubblica nel corso dell'ultimo anno. Tral'altro, questo entusiasmo appare, a prima vista, pienamente giustificato: se guardiamo alla situazione che riguarda più da vicino il nostro paese, il differenziale tra BTP italiani a 10 anni e gli omologhi titoli tedeschi, i Bund, è sceso in picchiata arrivando anche sotto la soglia di 340 punti base, per poi assestarsi, secondo l'ultimo rilevamento prima della chiusura delle Borse per il fine settimana, su di un "rassicurante" livello di 357.

UE: l'inganno del 'fondo salva Stati'

fondo salva statiIl fine settimana appena trascorso sembrerebbe, ad un'occhiata superficiale, portare con sé una piccola ventata di ottimismo per quanto riguarda la crisi economica che sta attraversando l'Europa. L'Eurogruppo ha infatti deciso di aumentare fino ad 800 miliardi di euro la dotazione del cosiddetto fondo salva-Stati, il cui nome ufficiale è European Stability Mechanism (ESM), il firewall finanziario che dovrebbe servire all'Europa ad attutire gli effetti della crisi e a riavviare il recupero delle economie dei paesi dell'Eurozona in difficoltà.

Lo spread colpisce ancora

Ma avrebbe tranquillamente potuto intitolarsi "Il ritorno dello spread", "Provaci ancora Spread" o "Alla conquista dello Spread perduto".

Con estrema sorpresa, dopo che per qualche settimana sembrava calato il silenzio su questo minaccioso tema, scopriamo che il famigerato spread ha di nuovo infranto la soglia record di 500 punti base, riportando il rendimento dei BTP decennali al livello di novembre, circa il 7%.

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