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Polemica tra Siae e teatri occupati, Cesare Basile non ritirerà la Targa Tenco

Un live di Cesare Basile (licenza Creative Commons 2.0) Un live di Cesare Basile (licenza Creative Commons 2.0)

Cesare Basile è intenzionato a non ritirare la Targa Tenco vinta quest'anno per il miglior album in dialetto; all'origine della clamorosa decisione, i rapporti tra il Club Tenco e la Siae, che nei giorni scorsi - attraverso il suo presidente, Gino Paoli - aveva polemizzato con i teatri occupati, in particolar modo con il Teatro Valle, accusato di fare concorrenza sleale, perché si rifiuterebbe di pagare il dazio sul diritto d'autore. Le affermazioni del cantautore genovese erano state raccolte dal quotidiano "Il Giornale".

In particolare, Gino Paoli aveva usato a pretesto proprio un incontro sul diritto d'autore organizzato dal Valle per aprire la polemica: "Non accettiamo accuse di illegalità da chi è chiaramente illegale". I toni erano stati tutt'altro che sobri e ancora una volta era stato tirato in ballo, in maniera del tutto strumentale Pier Paolo Pasolini: "Mi ricordano i “figli di papà” di Valle Giulia che, in nome del popolo, picchiavano i poliziotti, ossia i veri figli del popolo. Pasolini l'aveva notato, tra tante polemiche". In definitiva, secondo Gino Paoli, il Valle, come altri teatri occupati, "gode di vantaggi arroganti perché non rispetta le regole della concorrenza, evade completamente le tasse, non versa i contributi previdenziali Enpals e non rispetta alcuna misura di sicurezza per autori, tecnici e spettatori".


Questo il contenuto della nota diffusa da Cesare Basile, con la quale il cantautore spiega il proprio rifiuto:

"Credo che un artista abbia il dovere di schierarsi piuttosto che sottrarsi ai conflitti. È l'unica regola alla quale ho cercato di essere fedele come individuo e come musicista nel corso della mia oramai lunga carriera. Viviamo da troppo tempo e con sconcertante naturalezza l'era delle tre scimmie, la viviamo adeguandoci alla goffaggine che genera complicità, paghi del piatto di minestra che la carità del Potere ritiene di assegnarci ai piedi della sua tavola. Non vedo, non sento, non parlo. Tuttalpiù faccio un salto di fianco e lascio che la cosa passi. Strana pratica per un mestiere che è fatto esclusivamente di vedere, sentire e parlare. Strana pratica per chi ha scelto il racconto come segno della propria esistenza. Faccio parte da due anni dell'assemblea del Teatro Coppola Teatro dei Cittadini, un teatro occupato e autogestito, uno spazio sottratto all'incuria e alla magagna della Pubblica Amministrazione, frutto gioioso e libero di un altrettanto gioioso e libero atto illegale. Rivendico quotidianamente la legittimità di questa pratica come risposta a un sistema di gestione dell'arte e della cultura verticistico, monopolista, clientelare. Questo non mi rende migliore o peggiore di altri, né fa di me un eroe, mi vede solo parte attenta di una scelta e come parte attenta di una scelta non posso fare a meno di vedere, sentire e parlare. I recenti attacchi del presidente della S.I.A.E., Gino Paoli, e del suo direttore generale Gaetano Blandini contro il Teatro Valle occupato e le altre esperienze autogestite sul territorio italiano (il Teatro Coppola Teatro dei Cittadini fra queste) mi hanno profondamente disgustato per toni e arroganza; attacchi dai quali traspare, tra l'altro, una chiara e ben orchestrata richiesta autoritaria di ripristino della legalità che altro non è che un'esortazione allo sgombero.

Sabato 30 Novembre avrei dovuto partecipare, insieme ad altri musicisti, a una manifestazione organizzata dal Club Tenco e dal Teatro Valle. In seguito allo scontro con la S.I.A.E. il Club Tenco ha cancellato questa manifestazione dalla sua agenda con la seguente motivazione: «Il Club Tenco di Sanremo, preso atto del forte contrasto emerso negli ultimi giorni tra il Teatro Valle di Roma occupato e la Siae, ha deciso di annullare la manifestazione “Situazioni di contrabbando” programmata al Teatro Valle nei giorni 29 e 30 novembre. Non avendo la competenza tecnica per entrare nel merito dei gravi motivi di contrasto, il Club ritiene comunque di non dover alimentare, per la sua parte, attriti e polemiche, e per questo rinuncia serenamente ad un evento che potrebbe acuire il dissidio tra le due parti». Essendo la S.I.A.E. partner importante del premio Tenco non viene difficile capire il perché di questo passo indietro.

Ma se il Club Tenco ritiene di dover sottostare a un ricatto e fare un passo indietro per non «acuire il dissidio tra le due parti», io reputo opportuno farne uno in avanti per sottolinearlo questo dissidio: conflitto fra chi vuole una cultura liberata e chi, invece, la cultura vuole amministrarla per mantenere privilegi. Ecco perché, ringraziando tutti quelli che mi hanno votato, non ritirerò la targa Tenco 2013 per il miglior album in dialetto e non parteciperò alla premiazione dell'8 dicembre al Petruzzelli di Bari".

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