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'2011 anno dei movimenti'. E il 2012?

  • Scritto da  Il Corsaro
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“2011, l'anno dei movimenti”: così Repubblica, poche ore dopo il lancio di #yearinhashtag, definisce l'anno che sta finendo nel suo speciale di ieri, in cui Carmine Saviano costruisce una specie di mappa delle mobilitazioni sociali dei mesi che abbiamo alle spalle e Curzio Maltese fornisce alcuni spunti d'interpretazione discutibili ma sicuramente interessanti: l'effervescenza permanente della società italiana, tutt'altro che addomesticata dalle favolette berlsconiane, la competenza tecnica e politica e la capacità propositiva dei movimenti, la prospettiva di un ritorno alla politica dopo gli anni del teatrino berlusconiano.

Maltese lancia una provocazione finale:

Il tratto comune dei movimenti, assai differenti negli obiettivi, è stato proprio la domanda di competenza che in qualche modo ha preparato il terreno all'avvento dei tecnici al governo. Con il nuovo corso inaugurato dal governo Monti, si apre dunque anche un'altra stagione per i movimenti.  La possibilità di un confronto vero, sulle soluzioni concrete agli antichi e ostinati problemi nazionali. Per un paradosso, il grande ritorno alla politica.

Ovviamente è paradossale sostenere che ci sia una qualche sintonia tra i movimenti di opposizione sociale, da anni in mobilitazione contro l'ordine economico globale, e il governo Monti, diretta e orgogliosa espressione di quell'ordine. Ed è chiaro come l'unanimismo parlamentare e mediatico intorno al governo Monti renda più stretto lo spazio per l'opposizione e per l'alternativa. Ma allo stesso tempo è innegabile che la caduta del berlusconismo, seppur da destra, e la conseguente sparizione dell'anomalia che ha tenuto in ostaggio la politica italiana per 17 anni, apra la possibilità di passare dalla demagogia a un dibattito nel merito delle questioni, seppur su posizioni radicalmente diverse.

Di certo le prime settimane del governo Monti non fanno ben sperare: da un lato la presenza dei movimenti è stata debole, come se non si riuscisse a confrontarsi con un interlocutore più forte e meno delegittimato di B. dall'altra, su una questioni cruciale come l'articolo 18, il governo si è posto in piena continuità con la retorica berlusconiana, ben lontano da un'analisi seria e rigorosa della realtà e delle dinamiche sociali.

Insomma, come dicevamo una settimana fa abbozzando le ragioni per cui lanciavamo Il Corsaro:

A sottolineare la beffarda complessità della storia, sotto le Alpi l'anno delle grandi rivoluzioni globali si è concluso con l'ascesa al potere di un grigio professore di economia conservatore. Mentre gli Usa pacificati e sonnolenti di Obama spalancano gli occhi di fronte ai giubbotti leggeri dei ragazzi e delle ragazze di Occupy Wall Street, l'Italia delle grandi mobilitazioni e del conflitto sociale più organizzato d'Europa si ritrova a lodare l'austero loden di Mario Monti.
Il 15 ottobre più popolato del mondo ha prodotto le mobilitazioni più stitiche del millennio, Silvio Berlusconi, che abbiamo picconato da sinistra per 17 anni, è caduto da destra, e Cassano si è fatto venire un ictus a pochi mesi dagli Europei. Il 26 novembre 2010 Repubblica titolava:
«Gli studenti fermano la riforma». Ieri, 15 dicembre 2011, titolava: «Le lobby fermano le liberalizzazioni».

Qual è il ruolo dei movimenti in questa fase? In che modo, chi si è mobilitato in questo 2011, può continuare a porre con forza le proprie istanze? E qual è l'efficacia dei movimenti, se mesi di mobilitazione continua non hanno fatto traballare B. mentre una giornata di turbolenza finanziaria l'ha convinto a dimettersi? Come possiamo produrre cambiamento e costruire l'alternativa nell'epoca della tecnocrazia? Da dove ripartiamo, e verso dove?

Questi sono gli interrogativi che poniamo agli attivisti dei movimenti sociali di questo paese, quelli citati da Repubblica e quelli meno noti, e agli intellettuali che con loro sono intenzionati a discutere e confrontarsi. Il Corsaro si mette a disposizione di questo dibattito: raccontateci il vostro 2011 e provate a immaginare con noi il nostro 2012. Dove siamo arrivati, e come ripartiamo?

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Ultima modifica ilGiovedì, 19 Gennaio 2012 16:12
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