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Amina, la diciannovenne Femen tunisina è scomparsa

  • Scritto da  Sara Corradi
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Amina, la diciannovenne Femen tunisina è scomparsa

Amina Tyler è una liceale tunisina di 19 anni. Circa un mese fa ha pubblicato una foto a seno nudo su Facebook. Sul suo corpo nudo c’era scritto “mon corps m'appartient et il n'est l'honneur de personne” (“il mio corpo appartiene a me e non è l’onore di nessuno”). Nasceva così la pagina Facebook tunisina legata al movimento Femen, noto per le manifestazioni in cui le attiviste appaiono in topless con messaggi scritti sul corpo per la tutela dei diritti delle donne e per la promozione del loro ruolo nella società, e contro il sessismo e le istituzioni religiose. Sulla stessa pagina, che ha raccolto in meno di un mese oltre ottomila “like”, anche un’altra donna tunisina si era presto unita ad Amina, posando a seno nudo.

In Tunisia, Amina aveva lanciato il movimento Femen “non come provocazione, ma per sostenere la libertà delle donne”, come aveva dichiarato in un video citato da Courrier International. Spiega bene le motivazioni che hanno spinto Amina ad entrare a far parte del movimento Femen la fondatrice ucraina del gruppo, Inna Schevchenko: “siamo in guerra. Una guerra tra due epoche. Una guerra tra una mentalità retrograda che appartiene al medioevo ed una progressista radicata nel 21° secolo. Una guerra fra libertà e oppressione. Una guerra tra democrazia e dittatura. Una guerra fra coloro che trattano le donne come cani e coloro che gridano ‘siamo donne, siamo esseri umani’. [...] Io denuncio l’islamizzazione radicale e la distruzione degli ideali della primavera araba”.

Estremamente dure le reazioni da parte dei settori più “islamizzati” della società tunisina nei confronti della nascita di Femen in Tunisia. Adel Almi, imam radicale e presidente dell’Associazione centrista per la sensibilizzazione e la riforma, ha dichiarato pubblicamente che Amina merita di essere lapidata a morte.

Mercoledì 20 marzo il sito Femen-Tunisia è stato oggetto di un attacco hacker di matrice islamista, che ha pubblicato sulla pagina un messaggio che recita: “grazie a Dio, abbiamo violato questo sito immorale, e il meglio deve ancora venire”. Inoltre, numerose minacce di morte rivolte direttamente ad Amina sono state pubblicate sul web.

Giovedì 21 marzo il movimento internazionale Femen ha comunicato di non avere più notizie di Amina e di non essere in grado di contattarla. Il gruppo femminista “teme per la sua vita” e ritiene che Amina sia stata sequestrata dai suoi familiari, che potrebbero averla internata. Circola un video in cui una donna che si dichiara sua zia afferma che la giovane attivista è mentalmente disturbata.

Un appello per una giornata internazionale in difesa di Amina è stato lanciato dalla saggista Caroline Fourest per il 4 aprile prossimo. Numerose le adesioni già ricevute. E in Italia?

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