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Quinto Stato: cooperazione, mutualismo e il futuro del lavoro autonomo

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Capitalismo cooperativo, piattaforme online, riappropriazione di spazi comuni, ma anche (e soprattutto) ritorno al mutualismo e pratiche di coworking: questo il territorio all'interno del quale si muove il Quinto Stato, universo composto da decine di migliaia di persone, lavoratori indipendenti, che “si autorganizzano, rigenerano le antiche radici del mutualismo operaio sette-ottocentesco con nuove declinazioni, ispirate all'idea di un concreto welfare universale”. Hanno provato a descriverlo, in un volume intitolato “Il Quinto Stato – Perché il lavoro autonomo è il nostro futuro”, edito per Ponte alle Grazie e da qualche settimana in libreria, due autori, Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli, che in questo sono ottimamente radicati.

Il volume è in realtà frutto di un percorso in fieri, contraddistinto dalla pluralità di forme che l'autotutela dei lavoratori autonomi, dei freelance, degli indipendenti, è costretta a darsi per non soccombere di fronte a un mercato del lavoro caratterizzato da una conventio ad excludendum per cui con il termine “apolide” oggi non si intende più colui che non appartiene per nascita a uno Stato-nazione, ma si intende rappresentare quella totalità di soggetti – 8 milioni di italiani e 5 milioni di cittadini stranieri, secondo i due autori – a cui non vengono riconosciuti i diritti sociali fondamentali.

Allegri e Ciccarelli, all'inizio del loro viaggio in quest'universo, provano anche a dare una definizione compiuta di Quinto Stato, che presumibilmente – proprio perché presente questo stato di apolidia – non entrerà mai a far parte di alcun dizionario, ma che così viene riassunta: “Condizione incarnata in una popolazione fluttuante, composta da lavoratrici e lavoratori indipendenti, precari, poveri al lavoro, lavoratori qualificati e mobili, sottoposti a una flessibilità permanente”. Siamo in pratica di fronte a un insieme ormai multigenerazionale di soggetti che non si riconoscono in rappresentanze parlamentari, imprenditoriali o sindacali e per i quali il raggiungimento di contributi previdenziali per ottenere una pensione di anzianità è una chimera. Per chiarire un po' di numeri, nel solo 2011 l'INPS attraverso la cosiddetta Gestione separata ha accumulato sette miliardi di euro, dei quali una minima parte va realmente a coprire i contributi di chi quelle somme ha versato, mentre quel che resta di quella cifra serve – ad esempio – per ripianare le casse previdenziali in perdita e per sostenere la cassa integrazione in deroga. Inoltre, i soggetti che versano quelle cifre non hanno diritto ad alcuna forma di tutela in caso di malattia e/o maternità, a meno che – come avviene nel caso del sindacato dei traduttori editoriali STRADE – non decida di ricorrere al mutualismo, stringendo convenzioni che gli garantiscano quantomeno il diritto alla salute.

Alla convinzione che sia possibile un “ritorno al futuro” attraverso pratiche mutualistiche, talmente forte che Allegri e Ciccarelli dedicano il libro alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Corridonia, in provincia di Macerata, “una di quelle che hanno mantenuto nei primi centocinquant'anni di vita il profilo dell'autonomia sociale, accompagnata dall'idea della libera provvidenza dei soci”, i due autori ne affiancano una altrettanto forte e radicata: quella che attraverso il coworking si possa mettere in pratica una politica reale di “disintermediazione tra domanda e offerta di lavoro”, sostenendo al contempo la necessità di “associarsi ad altri colleghi, o a lavoratori con specializzazioni diverse”, al fine di “tutelarsi dall'ostilità dello Stato e del mercato”.

Il celebre motto del membro dell'Assemblea Costituente degli Stati Uniti d'America, John Dickinson,  “United we stand, divided we fall”, ripreso dalla tradizione favolistica greca (“I tre buoi e il leone” di Esopo), diviene pratica quotidiana nell'idea di coalizione del Quinto Stato rappresentata dai due autori nel loro saggio, che si conclude con una certezza, piuttosto che con un auspicio: “Nello scontro che si prepara, il Quinto Stato è l'unica alternativa possibile”.

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