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La settimana nera dei penitenziari: quattro morti in pochi giorni

La settimana nera dei penitenziari: quattro morti in pochi giorni

Quella che avrebbe dovuto essere la settimana decisiva per segnare un nuovo cambio di passo nell'annosa questione del sovraffollamento delle carceri italiane, con la Camera che ha approvato una serie di provvedimenti tra cui quello che prevede lo stanziamento di 20,3 milioni di euro a chi, al termine della detenzione, faccia richiesta di risarcimento per aver vissuto nei penitenziari italiani in condizioni disumane, è stata contrassegnata da quattro decessi, dei quali tre per suicidio, che fanno salire complessivamente a 82 i morti in cella dall'inizio del 2014.

Ad aprire la “settimana nera” per le carceri italiane, il suicidio di Johnny Sergi, l'uomo di etnia sinti, accusato insieme al fratello Mike di aver ucciso il 30enne marocchino Driss Sabiri, al termine di una violenta discussione, sembra legata a questioni sentimentali. Il detenuto suicida, in più occasioni, si era addossato tutta la responsabilità di quel delitto e proprio nei giorni scorsi aveva richiesto di essere messo in cella insieme al fratello. Per Fabio Catalano della Fp-Cgil, si tratta di “una tragedia personale”, “una vicenda tragica che non ha collegamenti con le problematiche di sovraffollamento delle carceri e delle carenze di organico”.

È deceduto per cause naturali, ma la sua vicenda è quella che sta scatenando più polemiche, Gioacchino Selvaggio, il 54enne cardiopatico morto in ospedale, dove era stato trasportato d'urgenza dal Pagliarelli di Palermo: in più occasioni, si era posta l'attenzione sul suo caso, tant'è che ne aveva parlato anche una recente puntata di “Radio Carcere”. Nel corso della trasmissione condotta da Riccardo Arena e dedicata a quanto avviene nei penitenziari italiani, nelle scorse ore, ha preso posizione sul diritto alla salute in carcere, l'esponente dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, che oltre al caso Selvaggio ha ricordato quello di un detenuto all'Opera e quello del boss Bernardo Provenzano.

Rispetto alla vicenda del carcere milanese, la radicale ha sottolineato: “C'è un trapiantato di fegato e per quanto Opera abbia un centro diagnostico terapeutico, ci sono terapie che in carcere non si possono fare. I detenuti che hanno bisogno di un controllo, ad esempio al cuore, aspettano mesi e mesi in lista d’attesa e se quel giorno la macchina della polizia penitenziaria non è disponibile salta il turno e si aspetta altri mesi”. Emblematico il caso Provenzano: “Non è più in grado di intendere e volere, l’hanno alimentato per più di un anno col sondino naso-gastrico ma ora non è più possibile. Adesso credo che gli abbiano già fatto un intervento Peg all’intestino per cercare di fargli assorbire qualche nutrimento e le medicine per il tumore alla prostata e per l’Alzheimer”.

Di recente, ha spiegato ancora la Bernardini, una delegazione Onu “nel meravigliarsi di come mai le istituzioni non avessero accolto l’appello di Napolitano su amnistia e indulto, ha approfondito altri aspetti sostenendo che il regime del 41bis non risponde ai criteri di giustizia internazionale. In Italia neanche questo viene tenuto in alcuna considerazione ma nel caso del boss mafioso Provenzano abbiamo addirittura l’incompatibilità con la detenzione e non solo col 41bis”.

In tutte le carceri della Penisola, le questioni aperte sembrano essere sempre le stesse; a Trento, è morto suicida nelle scorse ore Riccardo Scalet, 32enne con problemi di tossicodipendenza e in carcere per reati contro il patrimonio, pena che avrebbe finito di scontare tra un paio d'anni. Meno di 24 ore dopo, a Padova, il decesso per suicidio di Giovanni Pucci, l'elettricista che uccise nel 1999 Maria Monteduro, una dottoressa in servizio notturno presso la guardia medica di Gagliano del Capo, nel basso Salento. L'uomo era finito sotto la lente di ingrandimento della giustizia, proprio in queste settimane, per un'inchiesta sul traffico di stupefacenti nel penitenziario veneto: Pucci, che godeva del regime di semilibertà e nel frattempo si era anche sposato, non ha probabilmente retto l'urto delle nuove accuse.

Ultima modifica ilVenerdì, 08 Agosto 2014 16:20
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