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Terra dei fuochi: così hanno avvelenato e ucciso la Campania

La Terra dei Fuochi è una vasta area che collega le province di Napoli e Caserta, costituita dai comuni di Qualiano, Villaricca, Giugliano, Orta di Atella, Caivano, Acerra, Nola, Marcianise, Succivo, Frattaminore, Frattamaggiore, Mondragone e Castel Volturno. La terra dei Fuochi è una vasta area situata in Campania.

E morta per sempre.

Licenziamenti, accorpamenti e alleanze. Cosa accade alle Coop campane?

Nel 2005 Bruno Trentin, in questa intervista, con coraggio e in controtendenza rispetto a molti dirigenti dei Democratici di Sinistra, rispetto al caso Unipol denunciava con lucidità il cambio di passo che si stava verificando nel mondo della cooperazione italiana. L'intervista, impreziosita da una presa di distanza da Giorgio Napolitano, che allora si era dimostrato morbido nella denuncia di quello che stava succedendo derubricando la questione ai classici "errori di valutazione", sembra essere rilasciata ieri, e oggi ritorna attuale perché siamo di fronte ad una grande contraddizione e al rischio di una divaricazione tra dimensione economica e dimensione politica della pratica della cooperazione.

Pozzuoli, parte l’Osservatorio: primo passo nel contrasto al lavoro nero

Il regolamento per l’osservatorio sul lavoro nero, approvato in consiglio comunale la scorsa settimana (seduta del 30 settembre) è un grande passo in avanti per la lotta al lavoro irregolare nella nostra città. Non c’è bisogno di essere un ispettore del lavoro, infatti, per riconoscere che a Pozzuoli il lavoro nero sembra quasi diventato la norma. I più colpiti da questa piaga sono i giovani che lavorano nei bar, nei ristoranti e nei pub sempre affollatissimi.

Antonio Esposito Ferraioli: a 35 anni dall'omicidio si lotta ancora per la verità

Antonio Esposito FerraioliPagani è un agglomerato di chiese e cemento che segna il confine tra le province di Napoli e Salerno. Un paesone che non sa scegliere a quale periferia aderire in quella terra di mezzo che è l’agro nocerino-sarnese. Laggiù, nel ventre della Campania, neanche i morti di camorra hanno la gloria che solitamente gli si riserva.

È il 30 agosto del 1978. L’accozzaglia di abitazioni popolari a due passi dal centro è il rione palazzine. Alle due di notte una A112 blu con i fari spenti si ferma all’angolo di via Zito. È un attimo. Due colpi di lupara alla schiena e Tonino si accascia a terra in una pozza di sangue. L’auto scappa, le finestre restano mute nel caldo umido di agosto, nessuno pare accorgersi di niente. Lei ha visto tutto. Angela è affacciata, urla di disperazione. Tonino stava rientrando a casa dopo la solita serata trascorsa insieme. Lei lo accompagnava dall’alto con lo sguardo verso la sua Citroen. Avrebbero dovuto sposarsi di lì a breve ma il sogno di una vita si frantuma in quegli istanti, con quei colpi secchi risuonati nel silenzio della città. La corsa all’ospedale serve a poco. Dopo un’ora Tonino muore ammazzato a 27 anni.

Riaprire l'ex Cinema Eliseo: l'appello di Avellino

vigili del fuoco incendio avellinoQuesta è la storia di un piccolo centro come Avellino, spesso ignorato dal dibattito nazionale. Da Avellino viene però un accorato appello a sostenere questa lotta così come è stato da molti fatto con con il Teatro Valle a Roma, l'Ex Asilo Filangieri a Napoli, Macao a Milano.
 
Nel tardo pomeriggio dello scorso 2 gennaio, qualcuno ha dato fuoco (con curiosa competenza incendiaria) a uno dei simboli più significativi di Avellino: l'ex cinema Eliseo; un luogo che sarebbe dovuto diventare la "Casa del Cinema Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio"; un luogo in cui si sono susseguite le lotte di almeno quattro generazioni.

Camera: Cosentino non può essere arrestato

È l'ennesimo caso di impunità parlamentare. La Camera ha votato no, con 309 contrari e 298 favorevoli, alla richiesta di arresto per Nicola Cosentino, sotto accusa per essere sta o per anni il riferimento storico dei clan casalesi in politica. E' stata la Lega a fare un passo indietro rispetto al voto in Giunta per l'Autorizzazioni della Camera, determinante sono state le pressioni di Berlusconi a Bossi. Il Senatur ha dichiarato, contrariamente alla linea maggioritaria del suo partito e rappresentata da Maroni, che gli atti sarebbero stati inconsistenti ed evanescenti.

La cronaca in realtà ci raccolta altro.

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