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Cosentino, primo sì all'arresto

La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha detto si all'arresto di Nicola Cosentino. A differenza di due anni fa, quando la richiesta dei pm della dda di Napoli fu rispedita al mittente, la giunta ha deliberato con 11 voti a favore e 10 contrari. Un risultato che non lascia presagire nulla di buono per il coordinatore del pdl campano per il quale è scattata la richiesta di misura cautelare dopo la comprovata attività di favoreggiamento di un'impresa -  la Vian srl - legata ai clan casalesi. Nicola Cosentino avrebbe favorito, con la complicità del presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro e il presidente dell'azienda pubblica di trasporti della provincia di Salerno Mario Santocchio - tutti dirigenti del Pdl campano - una falsa fideiussione (circa 8 Milioni di Euro) presso una filiare Unicredit di Roma.

Buon Compleanno Giancarlo

Giancarlo SianiProbabilmente il Giancarlo Siani che in molti hanno avuto il privilegio di conoscere non sarebbe stato felice di festeggiare il proprio compleanno nel bel mezzo dell'ennesima guerra di camorra. Chissà come l'avrebbe raccontata Siani questa ennesima e lacerante battaglia fratricida. Sicuramente non avrebbe usato il linguaggio dei media mainstream, più impegnati a romanzare e edulcorare ciò che di poetico e di zuccheroso non ha proprio niente.

Sicuramente Siani sarebbe stato uno dei pochi maestri di giornalismo d'inchiesta dei nostri tristi giorni. La sua penna correva veloce, senza troppi giri di parole. Corsivi netti e incisivi, capaci di trasformare un fatto di cronaca nera in inchiesta vera, frutto della sua capacità di vivere a stretto contatto con il contesto sociale oggetto della sua narrazione giornalistica. Un giornalistagiornalista per dirla con le parole di Fortapàsc, capace di farti toccare con mano qualsiasi cosa volesse descrivere. La penna di Giancarlo trasudava di umanità. Riusciva a far percepire il dolore dei familiari dei morti ammazzati, analizzava senza presunzione il contesto sociale e la complessità di una camorra diventata imprenditrice sulle spalle della gente comune, perfino dei ragazzi più piccoli. Ne è chiara testimonianza il suo ultimo articolo prima del suo clamoroso eccidio, dedicato ai corrieri della droga minorenni, i cosiddetti Muschilli: «Li chiamano "muschilli". Sono minori, non imputabili. Li chiamano i "muschilli", gli spacciatori in calzoncini, i corrieri-baby. Un "lavoro" da intermediario, un compito di appoggio. Il ragazzo di dodici anni di Torre Annunziata non è né il primo né l'unico caso. (...) Quanti ne sono? Impossibile azzardare un dato statistico, certo è che il fenomeno esiste in proporzioni molto più vaste di quanto si creda».

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