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Bologna paranoica: i loro sgomberi, il nostro diritto alla città

E così siamo stati costretti ad assistere, persino nella caldissima settimana di ferragosto di questo allucinato 2017, a una Bologna violentata e ferita da due sgomberi a mano armata.

Le azioni messe in atto dalle forze dell’ordine nella prima mattinata dell’8 agosto sono di rara gravità e non è utile, qui, dilungarsi su questo aspetto. Le realtà politiche e sociali bolognesi - e non solo bolognesi - hanno giustamente usato parole forti e chiare a difesa degli spazi e delle comunità che li abita(va)no. Gli sgomberi sono stati definiti una “pagina nera” nella storia recente della città e già sono annunciate iniziative di mobilitazione - a partire dalla manifestazione del prossimo 9 settembre - per evitare che Crash e Làbas siano condannati ad essere luoghi abbandonati, putrescenti e passivi oggetti di speculazione immobiliare.

La Maserati e Modena una lunga storia che rischia di finire.

La primavera dei lavoratori della Maserati inizia alle 7:30, in una mattinata grigia e mite, davanti ai cancelli della fabbrica dove la Fiom ha organizzato un presidio e indetto due ore di sciopero in risposta ai rischi di riduzione della produzione di auto con il marchio Maserati nello stabilimento modenese, paventati da Sergio Marchionne. Un allarme che vede una prima conferma con l’apertura della procedura di Cassa integrazione per 305 lavoratori, dal 21 marzo al 3 aprile.

Caso Aldrovandi, nuova provocazione dei sindacati di polizia

Il 15 febbraio scorso, circa 3mila persone hanno sfilato a Ferrara dietro lo striscione "#vialadivisa" per condividere la battaglia della famiglia di Federico Aldrovandi, il giovane morto la notte del 25 settembre 2005 nella cittadina emiliana, a causa delle lesioni causate da quattro poliziotti. La richiesta dei manifestanti, tra i quali c'erano due simboli della ricerca della verità in morti sospette in cui sono coinvolte le forze dell'ordine, Ilaria Cucchi e Lucia Uva, può essere riassunta nell'appello di Lino Aldrovandi, padre del giovane ucciso e ispettore di polizia municipale: "Non credo sia una richiesta così incredibile volere che chi commette atti così aberranti non possa più indossare una divisa". La risposta provocatoria del sindacato di polizia Sap non si è fatta attendere e qualche giorno dopo, il segretario nazionale Gianni Tonelli si è recato a Ferrara per incontrare i quattro agenti e lanciare l'iniziativa #vialamenzogna.

Roberto "Freak" Antoni. L'irriverenza e il punk

 

Attore, cantante, performance artist, scrittore, dj, giornalista: sono alcune delle etichette con cui, negli anni, si è provato ad inquadrare Roberto "Freak" Antoni. Prima di tutto, e forse suo malgrado, un'icona della contro-cultura italiana. Contro, perché a parlare di inflazione, droga, violenza, ribellismo ma con l'irriverenza degli anni della contestazione e del piombo, non si può che esser contro.

 

Bologna: studenti e "funamboli" precari occupano l'ex maternità

Si moltiplicano le occupazioni da parte degli studenti in giro per l'Italia in vista delle mobilitazioni del 15 e 16 novembre. Dopo la mensa liberata di Torino e le due occupazioni a Pisa oggi a Bologna gli studenti e precari riuniti sotto le sigle Funamboli in rivolta, Link Bologna e Unione degli Studenti Bologna hanno occupato e riaperto l'ex maternità splendida struttura in disuso che rischia di finire sfigurata in una grande speculazione edilizia. 

Scrivono gli occupanti sulla loro pagina facebook che "l'ex maternità fu sede universitaria, pronto soccorso ostetrico e scuola materna. A metà degli anni '90 è stato chiuso ad eccezione dell'ala destinata alla scuola materna che rimane tuttora in funzione. Nel 2011 la Provincia ha svenduto lo stabile per metà del valore all'imprenditore Romano Volta che lo ha aperto occasionalmente per mostre ed esposizioni. In progetto c'è la creazione di un grande albergo di lusso, con annesse enoteca, birreria e altri servizi. Siamo stanchi – aggiungono – di vedere il nostro patrimonio pubblico svenduto a privati che pensano unicamente al proprio profitto e lo svuotano dell'importante funzione sociale"

''Non dimentichiamo la nostra terra'' manifestazione contro il biocidio anche a Modena

Oggi a Modena la manifestazione del Coordinamento Comitato Fuochi in continuità con i percorsi campani e laziali contro il Biocidio.

Il comitato è composto da famiglie campane, lontane per scelta o necessità dalla propria terra, ma che hanno voluto mantenere un legame, un filo che porti le battaglie dalla Terra dei Fuochi al Nord industriale, per sottolineare la contraddizione di un pezzo di paese che per arricchirsi ha ammazzato un altro pezzo. 

Elaborazione: un progetto di ricerca sul lavoro cognitivo

"È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo". Questa frase, celeberrima al punto che quasi nessuno più ricorda da chi sia stata pronunciata, calza a pennello per il progetto di ricerca dal titolo Elaborazione, e probabilmente sarà venuta in mente anche ai ricercatori e promotori del progetto di Ires CGIL Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. In fondo, il titolo ha una doppia valenza rispetto alla ricerca: si può usare per definire il progetto stesso e per chi è coinvolto nello studio, che ha come obiettivo la definizione del cosiddetto lavoro cognitivo.

Nella società dei mille lavori, in un Paese che vive sul lavoro parcellizzato e precario, un progetto di ricerca diventa una vera e propria sfida. Sembra uno studio peer-to-peer, perché sia chi lo promuove, sia chi è coinvolto non trova una definizione adatta a questo tipo di lavoro. Dunque, più di che fotografare la situazione italiana l'obiettivo è quello di trovare una definizione generale per il lavoro cognitivo. Per vincere la sfida, gli istituti di ricerca hanno promosso un sito, un account Twitter e una pagina Facebook ad hoc per permettere a chi volesse aiutarli in questa sfida di rispondere al questionario semplice, anonimo e chiaro che "ruba" solo cinque minuti.

Non rinnovano il permesso di soggiorno, si dà fuoco a Rimini

A Rimini un quarantacinquenne originario del Marocco si è dato fuoco tra la gente dopo che la Questura ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno. 

Dalle prime notizie che si apprendono, l'uomo aveva di recente perso il lavoro e di conseguenza incombeva il rimpatrio in Marocco.

Per questo si è dato fuoco a Rimini tra la folla. Un gesto che lui stesso ha definito "dimostrativo" in una telefonata al 117 – il numero delle segnalazioni della Guardia di Finanza. Dopo aver messo in allerta il 117 si è cosparso di gasolio, dando fuoco a mani e collo. 

Si tratta dell'ennesimo caso di disperazione frutto degli automatismi assurdi della legge Bossi Fini.

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